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L'edizione odierna del Corriere dello Sport, in vista di Ajax-Napoli, si interroga sul percorso di crescita di Alex Meret
Può cambiare qualcuno in attacco, qualcuno in difesa, magari anche qualcuno a centrocampo, nelle inevitabili rotazioni ideate da Luciano Spalletti. Ma un punto fermo, inamovibile, c'è. E si trova tra i pali: è Alex Meret. La storia del portiere azzurro a Napoli è stata attraversata da continui colpi di scena, momenti di sfiducia totale intervallati a prestazioni convincenti, fino a questa estate, quando il portiere era stato molto vicino allo Spezia. Poi, è cambiato tutto, di nuovo: Meret resta, e sarà lui il titolare del Napoli. E le ha giocate tutte, finora, Alex, dando prova di personalità, forza interiore, maturità. Prestazioni ottime, spesso condite da parate decisive. Ma come ha fatto a reagire in modo cosi efficace alle critiche e ai dubbi di questi anni? Il Corriere dello Sport prova a darsi una risposta: "Lui un tifoso speciale ce l'ha in casa: si chiama Daniel, è il primo figlio nato ad agosto. Dicono gli abbia trasmesso una serenità interiore che si riverbera poi in partita in ogni parata, in ogni uscita. Ma forse se oggi Meret è un portiere affidabile è perché nessuno ne discute più la centralità. «Nel mio ruolo - osserva con garbo - è importante giocare con continuità. Sono soddisfatto del mio inizio di stagione, credo sia il miglior momento della mia avventura al Napoli insieme a quello che ho vissuto con Ancelotti, ma credo che il mio rendimento sia legato a un insieme di fattori. Adesso di sicuro ho la possibilità di far vedere quanto valgo". E conferma: "Sì, l'accordo (per il rinnovo, ndr) c'è, dobbiamo solo formalizzarlo".
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