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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Alex Meret, un inizio carriera da predestinato, l'approdo a Napoli, la Nazionale. Poi, il buio. Che vallo a capire perché. Prima Gattuso, poi il primo anno di Spalletti, vissuti all'ombra di Ospina, secondo diventato primo. Un'alternanza strana, che non ha fatto bene al silenzioso Alex, che ha ingoiato tanti bocconi amari, incassato critiche talvolta sgradevolissime scivolate anche nel privato. Un'estate con la valigia pronta, poi il "sogno Navas" che sfuma, e con lui anche il desiderio di fuggire a La Spezia. E' rimasto a Napoli, Meret, e si è preso la squadra tra i guantoni.
Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Alex Meret è cambiato dentro, forse anche fuori: adesso palleggia con disinvoltura, il tormento di Empoli è depositato nella cantina della memoria, e mentre il microfono di Kiss Kiss ne raccoglie le confessioni, i numeri sbalorditivi del Napoli gli appartengono, testimoniano che alla soglia dei 26 anni l’enfant-prodige s’è ripreso i guanti per strofinare sul passato. «Rispetto all’anno scorso, siamo diventati più maturi e questo è un bel passo in avanti. Il lavoro di Spalletti, che è un maestro, ci ha dato nuove sicurezze» (...) quindici reti subite, la miglior difesa in Italia e la terza in Europa dopo Barcellona e Newcastle; nove partite archiviate senza prendere gol; e una dimensione sconosciuta, elettrizzante, una favola senza confini che adesso approda in Champions".
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