Calcio Napoli 1926
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rassegna

Dalle macerie di Garcia al ritorno alla difesa a 3, Mazzarri ha ricostruito il Napoli

Mazzarri lazio napoli
Il tecnico livornese ha plasmato a più riprese la sua squadra
Enrico Esposito

L'edizione quotidiana de La Gazzetta dello Sport dedica un'ampia analisi alle modifiche che Walter Mazzarri sta apportando gradualmente al Napoli a circa due mesi dal suo arrivo sulla panchina azzurra.

La rivoluzione di Mazzarri

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"Mazzarri ha ereditato da Garcia una squadra in riserva di energie e mentalmente a terra. Per carità, gli errori sono da dividere in parti uguali tra gestione tecnica e società, ma se la questione rinnovi ha minato la serenità dello spogliatoio campione d’Italia, è altrettanto vero che la preparazione atletica estiva è stata toppata clamorosamente, mentre nel rapporto tra Garcia e lo spogliatoio non è mai scattata la scintilla. Mazzarri è ripartito dalle macerie rimaste, confermando il 4-3-3 con cui i suoi ragazzi erano abituati a giocare da anni e poi, piano piano, ha inserito nuove idee e concetti. Ha visto che le gambe non giravano più ed è intervenuto con una nuova mini-preparazione a cavallo tra fine dicembre e inizio gennaio e dopo l’umiliante kappao di Torino ha deciso per l’inversione a U. Già dopo l’intervallo contro i granata aveva virato sulla difesa a tre, salvo poi cambiare nuovamente dopo il rosso a Mazzocchi dopo 5’. Con la Salernitana, invece, ha mantenuto l’assetto a quattro dietro per la rimonta, ma poi si è compattato con due linee da quattro (Politano e poi Zerbin larghi a destra, Kvara esterno di sinistra), con Raspadori accanto a Simeone. E la vittoria in extremis ha ridato fiducia e morale alla squadra, che poi a Riad si è completamente trasformata. Non soltanto sotto l’aspetto fisico e mentale, ma anche tattico. Mazzarri ha rotto gli indugi e per far fronte all’emergenza ha scelto la strada che conosce meglio per ripartire e provare a scalare la classifica. È tornato a difendere a 5 (si, in fase di non possesso gli esterni sono ad altezza difensori), ha ridato le chiavi della manovra in mano a Lobotka, ha liberato Cajuste – ma tra poco toccherà ad Anguissa, con maggior fisicità e qualità – e chiesto un sacrificio ulteriore agli esterni offensivi. Risultato: zero occasioni concesse alla Fiorentina (rigore a parte) e poche all’Inter che appena tre giorni prima aveva maltrattato la Lazio".


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