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rassegna

Nuova chiave tra piedi, testa e pallone: Insigne si è lasciato l’inquietudine alle spalle. Il focus

Giuseppe Canetti

"L'altrove del domani di Insigne diventa il suo pragmatismo e la sua libertà, slacciato dal futuro: gioca senza rimando, perdendo la prostrazione psicologica che aveva prima, e la via crucis a spalle piegate diventa il nirvana della strafottenza..."

L'edizione odierna de Il Mattino si sofferma su Lorenzo Insigne, uno dei migliori in campo di Napoli-Inter. Di seguito l'analisi del quotidiano sul capitano azzurro.

L'analisi de Il Mattino su Insigne

Ecco quanto scritto sul quotidiano su Lorenzo Insigne:

"La massima trasgressione della casa è un rigore tirato bene, con un primo tempo dove si è sprecato tantissimo e si è buttata via la vittoria. Il secondo tempo è stato tutto un ripiegarsi, per subire gol e gioco. Mentre prepara le valigie, mentre sistema le cose, e studia inglese. Lorenzo Insigne rimane comunque il miglior in campo per il Napoli: segna, trascina, dribbla, e tira (maluccio) in porta, ma c'è. Il resto è dimenticabile, soprattutto quelli che rimangono e dovrebbero essere il futuro di questa squadra. Insigne tocca il pallone con trepida voluttà, si inserisce nelle linee neroazzurre, prova a lanciare l'ancora troppo selvaggio per quanto intrepido Osimhen, e il Napoli ripete l'ennesima partita déjà-vu, potrebbe ma non affonda, e se affonda sbaglia misura, rimanendo a un punto dai campioni come cantava Francesco Guccini. L'altrove del domani di Insigne diventa il suo pragmatismo e la sua libertà, slacciato dal futuro: gioca senza rimando, perdendo la prostrazione psicologica che aveva prima, e la via crucis a spalle piegate diventa il nirvana della strafottenza che consente giocate leggere e pensieri ventosi. Insigne, ha conquistato una nuova chiave armoniosa tra piedi, testa e pallone. Purtroppo gli altri ora corrono nella ruggine che fu sua, e senza nemmeno l'attenuante territoriale, senza nemmeno le implicazioni ambientali. Dunque quello che vu eletto il nemico assoluto, il colpevole sempre, Monsieur Malaussène napopallonaro, è l'unico che va assolto, l'unico che si guadagna applausi e che sposta il gioco, elettrizzando con le sue giocate di gran tecnica. Intorno ci sono gli errori, un diluvio, e le convinte aspre discese con errore, di cui ormai il Napoli è un catalogo illustrato. Quando è chiamato nel momento decisivo fa il suo dovere. Sarebbe stata una sera felice per lui, segnare e far vincere il Napoli riportandolo in testa, invece deve accontentarsi solo del gol. E Napoli con lui. Insigne, svetta, negli echi della dissipazione, diventa un canto gregoriano per compostezza e amministrazione, per fantasia e aperture, anche piuttosto divertente oltre che divertito, lasciandosi alle spalle l'inquietudine e la sofferenza patita. Gioca nella dimenticanza, e il Napoli dovrebbe approfittarne, invece non ci riesce, rimanendo una squadra in stallo. Dovrebbe divenire complice di questa liberazione, sfruttarla fino a giugno, invece la contempla. Un paradosso".