Altri che la colpiscono?
«Beh, Dimarco. È il motore dell’Inter, il pilastro su cui poggia tutta la squadra. Ha il piede fatato: dalla fascia butta costantemente la palla dove vuole, dove decide. In questo momento non c’è l’Inter, c’è Dimarco. In classi- fi ca vedo il Napoli, vedo il Milan, vedo la Juve... e vedo Dimarco».
E chi le piace del suo Napoli?
«La lista è lunga: apprezzo Lobotka, che è fortissimo. Così come apprezzo Politano. E McTominay: peccato abbia preso un palo contro l’Atalanta! Un gol avrebbe cambiato le sorti di quella partita disgraziata...».
Conte l’ha già incrociato?
«Ancora no, invece con Spalletti c’è un dialogo costante e molto spesso siamo insieme. Luciano è fortissimo a tutti i livelli: mi fa piacere stare con lui perché ha il senso dell’ironia. Mi ha portato in giro a mangiare, sono stato a casa sua alla bellissima festa che fa in onore e ricordo del fratello Marcello. In sua compagnia si sta davvero bene. Per scherzare si è messo pure a cantare: mica si tira indietro. E come allenatore è eccezionale. Luciano è anche uno psicologo. Riesce a capire umanamente i suoi giocatori e da ciascuno tira fuori la parte migliore. Per certi versi anche Conte è così: fa in modo che ogni atleta dia il meglio, lo rassicura e lo sprona».
Conte sì che canterebbe volentieri con lei, è appassionato di karaoke.
«Avevo invitato tutti gli azzurri al mio concerto all’Arena Flegrea, ma dovevano partire per una trasferta e non sono riusciti a venire. Sarebbe stato un momento importante perché il mio concerto dà energia e potrebbe generare carica. La musica è questo: uno scambio di propositività ed emo zioni tra chi la fa e chi la ascolta».
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