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rassegna

Collovati: “Maradona il più forte di tutti. Gattuso può ancora raggiungere il quarto posto”

Sara Ghezzi

Fulvio Collovati campione del mondo dell’82’ quest’oggi ha rilasciato una lunga intervista alla testata giornalistica Il Sogno Nel Cuore. L’ex giocatore ha toccato i più argomenti regalando anche un’emozionante...

Fulvio Collovati campione del mondo dell'82' quest'oggi ha rilasciato una lunga intervista alla testata giornalistica Il Sogno Nel Cuore. L'ex giocatore ha toccato i più argomenti regalando anche un'emozionante ricordo di due campioni scomparsi nel 2020: Diego Armando Maradona e Paolo Rossi.

"Maradona il più forte di tutti", il ricordo di Collovati

Getty Images

Di seguito le sue parole:

"Maradona l’ho incontrato da avversario ed è stato il giocatore più forte di tutti i tempi dal dopoguerra. Un giocatore inarrivabile, con una classe immensa, era in grado di vincere le partite da solo, un avversario leale, un ragazzo molto generoso. La sua vita, però, è sempre molto rischiosa: piena zeppa di persone sbagliate, e commettendo lui stesso diversi errori, anche a causa della sua bontà".

Su Paolo Rossi

"Paolo Rossi è stato mio compagno in Nazionale per circa 8-9 anni. Insieme abbiamo vissuto gioie e dolori, anche lui era molto solare e sorridente, ci manca molto. Paolo è un amico che se n’è andato troppo presto. Come calciato-re era un attaccante veloce, rapido e molto intelligente. La partita contro il Brasile è stata decisiva per ottenere il Pallone d’oro e probabilmente anche per la vittoria del mondiale. All’epoca c’erano le marcature ad uomo, oggi molti giocano a zona. Io Pablito l’ho marcato (e picchiato) tante volte e non diceva niente, oggi ad ogni minimo contatto i calciatori cascano a terra".

Sull'emozione di vincere un mondiale

"Mondiale vinto? Sono emozioni meravigliose ed è diverso rispetto alla vittoria con i club perché in quel momento stai rappresentando una nazione intera, milioni di persone trionfano quel tipo di successo. Ricordi indimenticabili! Il nostro sembrava un mondiale perso, ma poi ci siamo presi delle belle rivincite".

Sulla coppia Manolas-Koulibaly

"Sono due calciatori molto simili, bravi sull’uomo ma un po’ meno a costruire l’azione. Nel calcio moderno devi avere un difensore bravo sull’uomo e l’altro deve essere bravo ad impostare. Forse Koulibaly è più bravo di Manolas nell’impostazione del gioco, ma le disattenzioni fra i due sono numerose. Anche se, il miglior Kalidou lo abbiamo visto con Raul Albiol. Lo spagnolo era il giocatore perfetto per giocare insieme al senegalese. Oggi è difficile giudicare la difesa perché ci sono stati troppi infortuni e cambiamenti".

Su Mario Rui e Hysaj

"Perché Gattuso preferisce Hysaj a Mario Rui sulla sinistra? Credo che alla base ci sia un problema caratteriale, difatti Mario Rui è stato anche allon-tanato dell’allenamento. L’allenatore deve essere rispettato e se ciò non accade quest’ultimo è costretto a fare delle scelte".

Sull'esperienza di Gattuso a Napoli

"Spesso i tifosi, al giorno d’oggi, preferiscono allenatori che non dicono la verità, nascondendo la realtà dei fatti. E il popolo azzurro dovrebbe amare Gattuso proprio per la sua schiettezza. Rino ha subito diverse critiche ma ha ancora la possibilità di arrivare al quarto posto. L’eliminazione in Europa League pesa molto, ma bisogna dire che il Napoli ha subito diversi infortuni, anche pesanti. Prima di giudicare un allenatore bisogna attendere la fi-ne della stagione. Ho la sensazione che il Napoli arrivi in Champions, ma questo non basterà a confermare Gattuso sulla panchina azzurra".

Sul possibile nuovo allenatore

"Su chi dovrebbe puntare il Napoli per il post Gattuso? Dipende dagli obiettivi futuri della società. Se si vuole ringiovanire la squadra, Juric è il profilo giusto perché sa valorizzare i giovani".

Su Osimhen

"È un ragazzo di buone qualità, ma la cifra spesa credo sia eccessiva, non so se in futuro sarà in grado di far sognare i tifosi del Napoli. Se Mertens dovesse ritrovare la condizione fisica giusta, il Napoli potrebbe raggiungere il quarto posto".

Su cosa manca agli azzurri per lo Scudetto

"Normalmente non è facile vincere uno Scudetto, solo la Juventus è riuscita negli ultimi tempi a vincerne nove di fila. Il Napoli ha perso una grossa opportunità tre anni fa quando Sarri era sulla panchina azzurra. In Italia vi è una grossa concorrenza per vincere il campionato: Milan, Inter, Juventus, dunque, è molto difficile arrivare a questo tipo di traguardo per il Napoli".

Sulla Nazionale di Roberto Mancini

"L’Italia potrebbe vincere anche l’Europeo subito, tutto può succedere, non vedo una grande favorita. Ad esempio la Spagna e la Germania stanno cambiando molto, non vedo una nazionale che possa dominare la competizione. L’Italia ha tanti giovani, forse non vin-cerà nell’immediato futuro, ma nel giro di quattro anni si potrà costruire una grande selezione. A centrocampo e sugli esterni la squadra allenata da Mancini ha grosse qualità, ma mancano attaccanti e difensori, anche perché Bonucci e Chiellini non sono più giovanissimi. Roberto Mancini sta facendo un buon lavoro".

Su un suo possibile erede

"In Italia, il 70% dei difensori sono tutti stranieri. Ci sono diversi giocatori all’estero in cui potrei rispecchiarmi, e forse, per caratteristiche, dico van Dijk. L’olandese è un calciatore bravo di testa e con i piedi, magari non ero velocissimo come lui, ma parliamo solo di caratteristiche non di altro".

Sul calcio moderno

"Oggi si gioca a zona, si guarda più la palla e meno l’avversario. Nel calcio moderno si utilizza maggiormente la costruzione dal basso, anche se a mio avviso non porta molti vantaggi. È un continuo passarsi il pallone, spesso diventa noioso. Una volta il pallo-ne veniva lanciato in avanti e si costruiva l’azione. È giusto che il calcio si evolva, ben venga la costruzione dal basso, ma bisogna adattarsi a seconda di chi si ha davanti. Quest’ultima viene utilizzata per far stancare l’avversario e crearsi degli spazi. Dalla costruzione dal basso nascono pochi gol, anzi, in realtà, ricordo diversi gol subiti a causa di questo stile di gioco, come ad esempio, Bentancur in Porto-Juventus. I miei allenatori dicevano che quando la squadra avversaria pressava, il nostro compito era quello di lanciare il pallone in avanti".

Sul calcio senza tifosi

“I calciatori vengono condizionati maggiormente con i tifosi, alcuni non riescono a soppor-tare le pressioni. Giocare con i tifosi sugli spalti crea maggiori pressioni ai giocatori. Il cal-cio senza il supporto dei tifosi però è come se fosse un allenamento”.

Sull'iniziativa del calcio russo

"Sono favorevole a questo tipo di iniziative, anche se è molto difficile considerata la situazione attuale. Ovviamente mi auguro che tutta possa risolversi al più presto e ritornare allo stadio gradualmente".