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rassegna

Maradona finì in carcere per un concerto della Carrà: il retroscena

Domenico D'Ausilio

Fu Raffaella Carrà a raccontare quell'episodio del 1979 in un'intervista a "Il Mattino" il giorno dopo la morte di Maradona

Quando morì Diego scrisse un delicato messaggio. «Caro, caro Amico mio soffro tanto e prego, ci hai lasciato troppo presto. Ti voglio bene». Raffaella Carrà, scomparsa ieri all'età di 78 anni, aveva inviato un mese prima un video a Maradona in occasione del suo sessantesimo compleanno, il 30 ottobre. Indossava la maglia della nazionale argentina, quella che le aveva regalato il capitano dei campioni del mondo 1986 con la dedica «Al mio idolo». La passione del Pibe per la cantante, popolarissima in Sudamerica, era nata negli anni 70. Diego aveva due idoli canori: Roberto Carlos e Raffaella Carrà. E la passione così forte per lei lo spinse in galera per una notte.

Maradona finì in carcere per un concerto della Carrà

Fu Raffaella Carrà a raccontare quell'episodio del 1979 in un'intervista a "Il Mattino" il giorno dopo la morte di Maradona. C'era il sold out per un concerto in un'arena di Buenos Aires e il giovane Diego si presentò comunque ai cancelli. Lo fermarono i poliziotti. "Tu non sai chi sono io", urlò. Maradona aveva vinto il Mondiale juniores in Giappone ed era la nuova stella della Seleccion argentina. Popolarissimo, certo. Ma quei poliziotti ignoravano chi fosse Diego, o finsero, e non lo lasciarono passare. Anzi, lo portarono in carcere per offese a pubblico ufficiale. «Scoprii la storia leggendo il quotidiano Clarin e mi colpì molto. E dopo quell'episodio l'ho inseguito per anni». Raffaella fece arrivare più inviti per i suoi programmi a Diego, dopo il suo sbarco a Napoli. Ma non si incrociarono, né in uno stadio né in uno studio televisivo. "E allora cominciai a pensare che ti fossi antipatica", rivelò la Carrà a Maradona nel 2005, quando fu sua ospite a Buenos Aires nel programma «La noche del 10».