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rassegna

Stasera Macedonia-Italia, Spalletti al suo primo esame d’italiano: l’obiettivo del CT

Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 

Solo 75 giorni di riposo, ma con quella testa che non smette mai di pensare e quel carattere lì, probabilmente non avrebbe potuto essere altrimenti

Questa sera l'esordio di Spalletti sulla panchina dell'Italia, che affronterà la Macedonia e lo farà con un'identità che somiglierà fin da subito al suo nuovo ct, il ct con il tatuaggio del Napoli sull'avambraccio e con i polmoni ancora desiderosi dell'aria di Napoli.

Macedonia-Italia, Spalletti scalda i motori

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Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "La sua Italia gli apparterrà per intero, pure “fisicamente”, finirà per manipolarla con la stessa feroce tenerezza con cui toglie e risistema il cappuccio alla “Bic”, lascerà che senta la sua presenza dedicandole l’insonnia delle tenebre e i giorni travolgenti, e rimarrà se stesso, incurante del logorio, perché Spalletti non sa mentire. Il tour dell’anima - da Roma a San Pietroburgo e poi da Milano a Napoli - l’ha trascinato nella magia, quasi alla soglia dell’Impossibile, e Skopje pare essere la sua terra dei fuochi, perché Spalletti già arde: è carne che brucia, è un cervello che s’infiamma e va inseguendo nuovi sogni che stavolta vanno ben al di là dei campanili.  In questo viaggio lunghissimo, affrontato soprattutto con se stesso, il calcio dell’“eretico” è divenuto religione, e in questa Macedonia-Italia che l’accoglie come l’ultimo Profeta, il “vissuto” - scudetto a Napoli dopo trentatré anni da Diego incluso - resta dietro l’uscio dei pensieri, che sono ammassati alla ricerca di un’altra idea, egualmente seducente, chiaramente totalizzante. Ma questa notte prima dell’ennesimo esame di Luciano Spalletti è esattamente eguale a quelle delle sue mille e diciotto vigilie, verrà attraversata tra gli appunti appesi alle pareti della sua cultura, post it che paiono scarabocchi e invece costituiscono la sintesi di un pensiero largo, a tratti rivoluzionario, un promemoria per non sfuggire, e men che meno alterare, la propria natura con la quale è stata costruita una carriera e pure una figura".



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