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Milan-Napoli ha fatto la storia ma adesso ch’è periferia del football, restano soltanto gli spunti personali, l’intraprendenza di Hernandez e quella di Bonaventura, le tracce di vivacità di Zielinski e Koulibaly. Per un’ora c’è più Milan nel suo 4-1-4-1, presente e almeno reattivo.
Poi ci sono fantasmi che si aggirano in un san Siro troppo grosso per uno spettacolo demodè nel quale mette mano Ancelotti: interviene e scuote, toglie prima Callejon e poi Insigne. Si va ad appoggiare sul 4-3-3, scopre che almeno adesso c’è vita, nonostante serva altro. Ma sono segnali oppure suggerimenti per il futuro. Il Corriere dello Sport ha voluto analizzare nel dettaglio la prestazione di Hirving Lozano.
Il gol porta almeno un punto, ma non c’è molto altro in questa partita.
Che il Chucky non ci abbia provato nessuno vuole dirlo, però la partita non è stata proprio colorata dalle sue fiammate. Appena un paio, soprattutto una nel secondo tempo: accelerazione da meta campo, Musacchio ha salvato sulla linea di rigore un Lozano che correva verso Donnarumma.
Il gol nel primo tempo. Di testa: inusuale per lui, ma non troppo. Il fiuto del gol c'è, il senso della posizione anche. Ieri semplicemente non ha avuto una prestazione di alto livello perché tutto il Napoli è sembrato strano: prima timoroso, poi svogliato e infine disordinato. Hirving sta crescendo e la sua posizione si sta correggendo: più si defila più diventa pericoloso. Anche se la porta la vede bene... servirà pazienza, ma il messicano ha la stoffa del campione.
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