Lobotka, il metronomo del centrocampo nella stagione dell’incoronazione

Dalle colonne dell'edizione odierna del Corriere dello Sport Roberto Beccantii disegna un identikit di Lobotka, il centrocampista azzurro che disegna calcio

Gli attaccanti si prendono la scena a suon di gol e giocate esaltanti ma a dettare tempi e linee di passaggio è lui, Stanislav Lobotka

E' lui che disegna calcio, è lui che immagina linee di passaggio ad altri invisibili, è lui che alza i ritmi o li abbassa a seconda dei momenti della partita. Spesso viene ingabbiato dagli avversari, che gli costruiscono una rete contenitiva attorno. Le sue prestazioni, così, possono sembrare meno brillanti ma non sono meno decisive: perché anche così libera porzioni di campo per i compagni, anche così aiuta la squadra a trovare la soluzione migliore lì nel mezzo, dove si decidono le partite. "Non segna eppure disegna, è incredibile come Stanislav Lobotka sia diventato la matita silenziosa del Napoli. Uno di quelli che i tifosi faticano a inquadrare, attratti dai gol, dal dribbling, arma fatale e tormentata, dall’ovvio che, per fortuna, non sempre è oppio (...) Per l’applicazione feroce che ci mette e le vaste zolle che ara, lo chiamo «Robotka». Seguitelo: sembra telecomandato dalla bulimia podistica, dalle lavagne del mister. Prende palla, la cesella, dribblando o caracollando, e poi la consegna a domicilio, postino seriale e puntuale (...) il piccolo Stanislao è la rotella che scopri «dopo», non prima e nemmeno durante (...) «Robotka» è il gregario che ha scalato il gruppo, dove pedalava da clandestino, sino a regolarne la cadenza e a dosarne gli strappi. La stagione, prossima alla cesura mondiale, lo aspetta al varco".