Calcio Napoli 1926
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La rinascita di Lobotka, dall’esclusione con Gattuso al ruolo chiave con Spalletti

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Messo ai margini troppo presto, Lobotka si è preso il Napoli di Spalletti. Insostituibile

Emanuela Castelli

Come l'Araba Fenice, Lobotka è risorto da ceneri incandescenti, animate dal fuoco vivo del talento

Appartiene a Lobotka, la chiave del centrocampo azzurro: dai suo piedi passano tutti i palloni decisivi. La rinascita di un talento messo ai margini troppo presto

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Talento, tempi giusti, visione di gioco: o le hai o non le hai. Puoi affinarle con il lavoro, ma se non ti appartengono per natura non saranno mai veramente tue. E Lobotka le ha, tutte ed in quantità invidiabile. Proprio lui, spedito nelle retrovie di una panchina che lo ha inghiottito, fagocitato ai tempi di Gattuso, si è preso saldamente il Napoli di Luciano Spalletti. Quando manca, si sente, ed anche tanto. Lobotka è diventato imprescindibile per la squadra partenopea. Così Fabio Mandarini sulle colonne dell'edizione odierna del Corriere dello Sport: "Lobotka: lui cambia la squadra. Lui ha cambiato la vita della squadra. E anche la sua (...) Lobo è la mente e anche la cassetta di sicurezza del Napoli: corre ma con intelligenza; recupera palloni e li difende; detta i ritmi e sa anche prodursi in giocate illuminanti. Da invisibile con Gattuso a simbolo dei rigenerati di Spalletti. Da oggetto misterioso fuori forma e fuori fase, perché poi i calciatori sono uomini e magari i grattacapi rovinano anche le loro giornate, a protagonista assoluto. Insostituibile, finora (...) Verticalizza, addormenta e accelera, dialoga con il tu con Zielinski e Anguissa". 

 

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