rassegna

Kvaratskhelia sfida la Serie A: il georgiano scalda i motori in vista dell’Inter

Emanuela Castelli

"Tutto ciò che studieranno e analizzeranno di me non gli potrà mai essere utile"

Kvaratskhelia non ci sta, a farsi imbrigliare dai suoi avversari, e dribbla anche lo strisciante pensiero che il Khvicha che abbiamo visto fin qui esaurisca tutto il suo repertorio. La Serie A è avvisata, il messaggio del georgiano è arrivato forte e chiaro. E' pronto a rinnovarsi, per sorprendere tifosi e soprattutto avversari. Vuole stupire, e prendersi l'Italia del pallone, estasiata dal suo dribbling di classe, che strappa stupore e gioia in chi ama questo sport.

Kvaratskhelia: "Provate a prendermi"

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Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Inter-Napoli si avvicina, ormai è semplicemente a qualche tappo di champagne, vale quindi la pena tuffarsi nel futuro dando dimostrazione del proprio carattere, del piglio scanzonato, autorevole, quasi sfacciato, che sussurrando ai microfoni di Dazn espone il talento e lo mette in mostra: «I dribbling non si imparano guardando i video, né in allenamento». C’è un alieno che si sta aggirando nel campionato italiano e che in Georgia è stato eletto ancora giocatore dell’anno, per la terza volta consecutiva. Qui da noi s’è presentato come mamma l’ha fatto - una finta, una veronica, un tunnel, una diavoleria per strappare l’ohhh della gente e persino quella della sua anima - e adesso che sono trascorsi quattro mesi, quasi cinque, dall’irruzione, dimenticate tutto ciò che vi siete gustati e mettetevi comodi, perché sta per arrivare altro, un’edizione probabilmente inedita o semplicemente riveduta e corretta di quel genietto spaziale. «Lavoro molto su me stesso, cerco e provo sempre nuove giocate e soluzioni per diventare ancora più imprevedibile». E’ stato tutto così bello, nelle quindici giornate di campionato e sei di Champions, da costringere chiunque a starsene con il naso all’insù a guardar le stelle: poi, improvvisamente, a Liverpool, una botta in un fianco e una in quell’altro, tutto da sommare a quanto preso in precedenza, e si è spenta la luce, si sono allungate le ombre, s’è avanzato un sospetto - nelle amichevoli - che Kvara si fosse momentaneamente smarrito (...) Nel calcio, si sa, ogni «tiraggiro» rischia di evaporare alla prima volée imperfetta e Kvara, consapevole delle malsane abitudini di creare nuovi miti per abbatterli con il pregiudizio, è andato sul sicuro: con il Verona, alla prima, gol di testa (pure così) e poi assist; doppietta con il Monza, per presentarsi ai suoi «amici» del «Maradona»; rasoiata sanguinosa alla Lazio, all’Olimpico; dimostrazione in scioltezza contro il Torino e il Sassuolo. Dieci milioni di euro per strappare al calcio intero tutto questa creatività, spruzzata poi in Champions League - contro il Liverpool o alla Crujiff Arena - e rimasta per un po’ in infermeria, quando i colpi proibiti hanno spazzato via un pizzico d’allegria. Ma Kvara, intanto, deve avere imparato altro e adesso procede con disprezzo del pericolo. «Tutto ciò che studieranno e analizzeranno di me non gli potrà mai essere utile». La paura è una sconosciuta".