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(Photo by SSC NAPOLI via Getty Images)
Temur Shalamberidze, scopritore di Khvicha Kvaratskhelia in Georgia, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de Il Mattino.
"È stato un attimo: l'ho visto e subito dopo sono corso dal presidente della Dinamo Tiblisi per la quale mi occupo dello scouting da oltre 20 anni. Era un bambino estremamente tecnico, si muoveva rapidamente in campo, ma soprattutto puntava sempre verso la porta. Andava sempre in avanti. Senza mai avere paura.Portare un ragazzo che veniva da fuori Tbilisi costava tanto per il club. Perché bisognava sostenere le spese di vitto e alloggio e infatti solo due giocatori sono stati presi da fuori: Kvara e Giorgi Chakvetadze, e oggi sono i due leader della nazionale della Georgia. Era un ragazzo troppo talentuoso per farselo scappare. Tra le sue qualità mi ha colpito la sua sfrontatezza. Gli è sempre piaciuto sfidare i difensori avversari e saltarli in dribbling. Non aveva paura di provare l'uno contro uno, caratteristiche che ritrovo anche nel giocatore che è diventato oggi. Sarò sincero: ho sempre pensato che Khvicha sarebbe diventato una stella, ma ammetto che non mi aspettavo che accadesse con tanta velocità".
"È stata la scelta giusta per Kvara. Il Napoli è il suo club ideale. Negli anni scorsi in tanti club europei si sono avvicinati a lui e forse avrebbero stuzzicato di più la sua fantasia, ma alla luce di come sta giocando il Napoli, di quanto bene stia facendo a livello europeo, penso proprio che sia stata la squadra perfetta per esaltare le sue qualità".
"Poco dopo il suo arrivo alla Dinamo Academy, il papà di Khvicha si è trasferito in Azerbaigian per allenare. Questo ha significato che il ragazzo è rimasto da solo, praticamente con la sola Academy a insegnargli tutto: in campo e fuori. Lo hanno aiutato anche dal punto di vista economico, garantendogli 4 pasti al giorno, affiancandogli un dietologo che si è preso cura della sua alimentazione e della sua crescita. Ho passato 5 mesi sempre a stretto contatto con lui e ho capito che non è solo un ragazzo di talento, ma è uno sportivo a 360 gradi. Quando era al Rubin viveva nel centro del club e pensava solo al calcio. Ecco perché dico sempre che la sua qualità migliore è la predisposizione al lavoro. Pensa solo a lavorare e a migliorarsi".
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