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rassegna

Kvaratskhelia: “Io e il Napoli no limits, Spalletti un maestro. Sogno lo scudetto”

Domenico D'Ausilio

Le parole dell'attaccante azzurro al Corriere dello Sport

Khvicha Kvaratskhelia, attaccante del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport soffermandosi sull'inizio di stagione in azzurro, l'ambientamento in città e gli obiettivi personali e di squadra.

Kvaratskhelia sull'inizio di stagione a Napoli

"Voto al Napoli? Facile, 10. È una squadra piena di giocatori molto forti, molto bravi: se continuiamo così, possiamo arrivare più in alto di quanto pensino tutti. Triplete? Per me ogni titolo, ogni vittoria è un sogno: ad Amsterdam come al Maradona è stato magnifico, ma dobbiamo lavorare ancora tanto. Sempre. Di più".

Sull'incontro con Spalletti

"Mi disse tante cose. Ci incontrammo a Milano, a casa sua. È veramente un grande allenatore. Molto, molto bravo: mi guarda da fuori e mi dice cosa sto facendo nella maniera giusta e cosa sto sbagliando. Mi fa migliorare. È un maestro".

Sui propri soprannomi

"Kvaramania? È bello sapere che tutti o comunque tanti la pensino così, ma proprio per questo motivo quando gioco do tutto me stesso. Il cento per cento. Più del massimo". Meglio Kvaradona o Kvaravaggio? Non lo so, davvero, non ci penso e neanche voglio pensarci. Non è possibile. Maradona è troppo grande, troppo tutto. Mi va bene benissimo il mio Kvara".

Sul Napoli

"È una famiglia, un gruppo molto unito che lavora con impegno e guarda nella stessa direzione. E poi è una squadra molto forte. Obiettivi? Lo scudetto è un sogno, certo. Gli ottavi a questo punto un obiettivo. Nessuno ha limiti. Possiamo crescere insieme, mano nella mano. No limits. Champions o Scudetto? Perché devo scegliere? Scelgo tutti e due".

Sulla città

"Vivo nei pressi del centro sportivo e tra mille impegni non ho ancora avuto modo di visitare Napoli, ma per quello che ho visto mi piace moltissimo: è accogliente,  ti riempie di affetto e i tifosi e l'agente in genere sono straordinari. È proprio come me l'avevano raccontata".