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È Kvaratskhelia il più bello del reame: arrivato in Italia da sconosciuto, diventato alieno

Sara Ghezzi

La stella georgiana è stato eletto MVP della stagione della Serie A, un bel risultato per un ventunenne arrivato solo l'estate scorsa in Italia

Il Napoli ha regalato una stagione straordinaria condita dalla vittoria del campionato. Tutti gli azzurri si sono distinti, ma c'è un ragazzino  che più di tutti ha brillato: Khvicha Kvaratskhelia. Colui arrivato tra lo scetticismo con il compito di sostituire il capitano Insigne, il codice fiscale che dal primo allenamento a Dimaro ha fatto sgranare gli occhi a tutti. Ieri il georgiano terribile che ha fatto girare la testa ai difensori della Serie A è stato eletto MVP del campionato. L'edizione odierna de Il Corriere dello Sport gli ha dedicato un approfondimento. A seguire un estratto dell'articolo.

È Kvaratskhelia il più bello del reame: arrivato in Italia da sconosciuto, diventato alieno

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"E mentre cercavano l’uomo dei sogni, si sono ritrovati in una nuvola, la dimensione onirica tratteggiata nell’aria, il volteggio che incantando lascia che i pensieri siano trascinati nel vento. Dev’esser successo a Ferragosto, in quel no look ad alta sudorazione, o a Fuorigrotta, nella seduzione d’un dribbling feroce e sublime: e comunque, in quel calcio di Kvara, l’arte senza età, è stato inseguito il sogno che appartiene al Genio. C’è un’epoca, ed è già la sua, che risplende e affascina, è un football trasversale, abbaglia e conquista. Va oltre le barriere del tifo, è patrimonio dell’umanità: è la colonna sonora 3.0. Sa di metaverso eppure è realtà; e nelle movenze c’è la leggiadria d’un piccolo principe che ha impiegato un attimo, il tempo di una ninnananna, per conquistare l’Italia, la Lega di Serie A che lo ha eletto Mvp, quella Napoli che sa di lui nel suo sguardo curioso, nella espressione vagamente scugnizza che in fin dei conti nasconde semplicemente un bravo ragazzo che è un po’ (un po’?) fenomeno. Kvara è la diversità, la semplicità che ha bisogno di complessità, è la sana ostinazione che sembra testardaggine e invece insegue semplicemente la perfezione stilistica, è il dribbling che t’inchioda alla tua normalità, è quella vena di straordinaria follia d’un rabdomante all’inseguimento della felicità".

Il debutto da sogno

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"Kvara è un ventunenne che presentandosi a Napoli ha bussato con il tacco (quello di Francoforte, però era Champions League, sa di magia) e appena dieci mesi dopo sembra già un alieno al quale verrebbe da chiedere, se non si generassero equivoci, da che pianeta venisti? Kvara va al di là dei numeri, sono semplicemente aride rappresentazioni statistiche, perché i suoi 14 gol (12 in campionato) e i 17 assist (13 in Serie A) invocano sguardi estasiati. The winner is Kvicha Kvaratskhelia, il bambino prodigio che al debutto, a Verona, stacca di testa e segna, poi finge di scrutare il vuoto e apre il campo a Zielinski: buon giorno, Napoli; ben trovata, Italia. Sul biglietto di presentazione, un autografo non basta: Kvara è sempre quello che alla seconda giornata, si presenta al Maradona con il tiro a giro, lo sistema all’incrocio dei pali dai quali scaccia via, così al volo, l’ombra di Insigne, soffocata poi da quelle sue giocate, tutte sterzate, che demoliscono qualsiasi incertezza. E per chi fosse diffidente, per chi aspettasse prove ad altissima difficoltà, Kvara c’è subito, all’Olimpico, contro la Lazio, fa veroniche, colpisce pali, poi, pum, fa sentire il sordo rumore del campione che spacca le partite e orienta le stagioni, indirizzandole verso lo scudetto".