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rassegna

Kim stringe i denti: non vuole saltare il Brasile. Il ct sudcoreano ad alta tensione

Emanuela Castelli

Le condizioni del difensore azzurro

Kim è tornato ad allenarsi in vista del match valido per gli ottavi di finale che vedrà la Corea del Sud sfidare il Brasile dei giganti, questa sera alle ore 20:00. Intanto il ct della nazionale coreana polemizza con la Fifa: "Favorite i più forti"

I tifosi partenopei con il fiato sospeso per Kim: il centrale di difesa non vuole saltare la sfida Corea del Sud-Brasile, ma le sue condizioni preoccupano

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Ne parla l'edizione odierna de Il Mattino, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Kim si è rivisto sul campo d'allenamento di Al Egla a Doha: ieri ha svolto un po' di corsa leggera alla vigilia dell'ottavo di finale di stasera (ore 20) contro il Brasile. Il difensore sudcoreano del Napoli, dopo aver saltato l'ultima partita contro il Portogallo per il fastidio al polpaccio destro, vuole essere in campo nell'attesissima sfida contro il Brasile e riprendere il posto al centro della difesa: il dubbio verrà sciolto solo nelle ultime ore della vigilia. Kim dopo la partita contro il Ghana, la seconda del girone, è stato costretto a saltare gli allenamenti e non ce l'ha fatta a recuperare per la sfida contro Cristiano Ronaldo. Ora la sua presenza sarebbe importantissima contro il super attacco del Brasile: il 26enne sudcorerano, pilastro della difesa del Napoli, è anche uno dei più esperti della sua nazionale, insieme a Son, l'attaccante del Tottenham". Intanto, il ct portoghese della Corea del Sud attacca la Fifa: «Non abbiamo il tempo di allenarci a dovere perché è impossibile trasmettere qualcosa ai giocatori se dopo appena 72 ore devi riandare in campo. Credo non sia umano e neppure giusto. Noi non siamo il Brasile, che può permettersi di mandare in campo, nella terza partita del girone, un'altra formazione per far riposare chi aveva giocato fino a quel momento. Il Brasile per me è la principale favorita di questo Mondiale, però bisogna prendere atto di ciò che in fondo la Fifa pretende, ovvero creare ogni volta le peggiori condizioni per chi è già inferiore e favorire i più forti».