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TURIN, ITALY - SEPTEMBER 26: the moon is seen above Juventus logo during the serie A match between Juventus and Bologna FC on September 26, 2018 in Turin, Italy. (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)
Il processo intorno alla Juve non è finito dopo il patteggiamento di ieri. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport quest'oggi, infatti, i bianconeri possono ancora incorrere dalla squalifica in Europa per un anno. L'UEFA monitora la situazione e potrebbe presto intervenire. Andiamo a vedere quanto si legge.
Non è finita finché non è finita e quella data sembra lontana. Il patteggiamento ha “sistemato” la situazione italiana, consegnando di fatto alla Juve un posto nelle prossime coppe (Europa o Conference League che sia). Ma non è ancora detto che le porte dell’Europa siano aperte. Il club è sotto inchiesta per violazione del Fair play. E lo spettro di sanzioni è ampio, dall’ammenda all’esclusione dalle coppe. La storia dice che un tempo l’Uefa era fin troppo accondiscendente verso i club un po’ “mariuoli” (Psg, City). Lo scenario è cambiato negli ultimi anni, più rigore, sebbene l’ultimo obiettivo sia escludere i top club. Nel 2022, il Psg ha patteggiato una sanzione di 65 milioni: al momento ne paga 10 (il 15%), se in tre anni non rispettasse gli obiettivi dovrebbe versare gli altri 50. Nel 2020 il City era stato squalificato per due anni e multato 30 milioni: il Tas ha annullato la pena, giudicando non fittizie le sponsorizzazioni messe a bilancio, e ridotto la multa a 10 milioni. Ma per l’Uefa Guardiola non doveva giocare le Champions ‘20-21 e ‘21-22. Il senso è che la Juve rischia grosso.
La Juve è sotto inchiesta per il Fair play dal 1° dicembre, per verificare se abbia violato le regole e l’accordo raggiunto con Nyon a settembre. Il patteggiamento sugli stipendi non incide sulle indagini Uefa, anche se patteggiare è un po’ ammettere. Le indagini Uefa sono indipendenti. Il vero effetto concreto è che adesso Nyon non può permettersi tempi lunghi: a fine agosto si giocano i playoff di Conference e ci sono i sorteggi delle coppe. Quindi è necessaria una decisione, per capire se sarà iscritta la Juve o subentrerà l’ottava della Serie A. L’organo di controllo dovrebbe dare una sentenza entro metà giugno. La procedura è la solita: seguiranno appello e, in terzo grado, il Tas con corsia privilegiata per una risposta veloce. Il -10 della prima sentenza e il patteggiamento significano che qualche violazione c’è stata. La sanzione dipende da due fattori: l’entità dello sforamento e il dolo eventuale. Perché la Juve ha raggiunto un accordo — un patteggiamento — con l’Uefa per pagare solo 3,5 milioni invece di 23 (come per il Psg). Il “settlement” aiuta le squadre virtuose ma diventa un incubo per chi non raggiunge gli obiettivi o ha dato informazioni fraudolente senza le quali non avrebbero avuto condizioni così favorevoli. Non è finita: anche l’antisportività può essere un’altra causa di stop.
Al discorso giuridico in senso stretto va aggiunta la questione politica della Superlega. A giugno niente sentenza della Corte Ue. Se i giudici non ce la fanno per luglio, se ne parla da fine agosto in poi. Se la Corte confermasse il parere dell’Avvocato generale Rantos, tutti potrebbero organizzarsi una Superlega incompatibile però con la Champions. Non sarebbe quindi l’Uefa a cacciare Juve, Real e Barça dalle coppe, ma l’Ue. Sarebbe un giorno triste per il calcio. La strada più semplice per la Juve è rinnegare la Superlega. Non è che l’Uefa aumenterà le sanzioni perché la Juve è una ribelle. Ma si può presumere che aiuterà in tutti i modi possibili un club “figliol prodigo”. Tocca ora ai bianconeri scegliere la strategia. Al momento prevale la strada dell’intransigenza, nella presumibile speranza che i giudici Ue stravolgano il parere dell’Avvocato generale. Se però non succede, si fa dura.
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