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E' vero, l'Inter ha vinto al 91', in undici contro dieci, ma il Napoli non ne è uscito affatto male, anzi. Mazzarri ha imbrigliato per tutto l'arco della partita Calhanoglu, la fonte del gioco nerazzurro, e l'ha fatto con il sacrificio di Politano.
Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "L’Inter s’è presentata come quella che sta meglio e il Napoli però l’ha inchiodato nella sterilità di un palleggio inutile, almeno per 45 minuti. Mazzarri l’ha giocata secondo la nuova-vecchia ideologia, che alla difesa a 3/5 stavolta ha aggiunto altro, per togliere all’Inter l’aria: in una partita da sporcare a tutti i costi, e contro un’avversaria capace di triturare la Lazio, per annebbiare Calhanoglu, l’ispiratore del calcio di Inzaghi, Politano s’è preso il carico di diventarne l’ombra e s’è speso nelle due fasi o come esterno o come secondino. All’Inter s’è spenta a lungo la luce, forse è comparsa la fatica e tutto ciò che si era visto in semifinale - la pressione alta, il palleggio disinvolto, la capacità di attaccare ovunque, frontalmente o lateralmente - è stato anestetizzato dal Napoli, da Cajuste su Barella, da Lobotka nelle coperture, da un sacrificio che poi è diventata sana «cattiveria». E l’assenza di Mario Rui, alle prese con le vesciche e sostituito da Zerbin (ma a destra) con Mazzocchi a sinistra non ha alterato equilibri".
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