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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Dopo aver provato a metterla centrale, ed aver scoperto che Dragowski ci era arrivato con la mano di richiamo, nelle lunghe notti in cui invece di contar le pecore, prova ad addormentarsi pensando a come presentarsi sul dischetto, Lorenzo Insigne ha inserito nel copione il balzello alla Jorginho. Niente da fare. Luciano Spalletti ha provveduto a fare Freud. "Il prossimo rigore lo calcerà Insigne, quello successivo toccherà a Lorenzo, poi ci penserà il capitano e a seguire lo affiderò al 24". Lo riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport.
Insomma, solo in presenza di «catastrofe», ci potrebbe finire una «delegittimazione» del rigorista che nella sua carriera ha avuto sino a qualche mese fa una media da «secchione», rovinata semplicemente di recente. Da gennaio in poi, con quattro disavventure che pesano eccome sulle statistiche. Nove errori su quarantuno tentativi (in carriera) sono l’incipit di una piccola crisi di identità che fino a nove mesi fa non esisteva. Spalletti l’ha strozzata sul nascere, prevenire è sempre meglio che curare. Semmai adesso le candidature saranno possibili solo ed esclusivamente nel caso in cui lo scugnizzo decida di fare un passo indietro. L’ultima circostanza in cui al Napoli è stato necessario affidarsi a rigoristi diversi, risale alla finale di Coppa Italia con la Juventus, a Roma, giugno 2020. Insigne segnò il primo, Politano il secondo, Maksimovic il terzo e Milik il quarto. Il vice sembra designato.
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