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Lorenzo Insigne (Photo by SSC NAPOLI via Getty Images)
Il capitano del Napoli Lorenzo Insigne ha deciso di interrompere il silenzio. Lo ha fatto domenica esultando dopo il gol realizzato contro la Salernitana che, numericamente, lo ha eguagliato a Maradona. Centoquindici, i gol di Diego in 259 partite; traguardo che Insigne ha raggiunto in 418 gare. La suggestione c’è tutta, i numeri sono oggettivi. Giusta la gioia. Soprattutto se il capitano ha deciso, così come sembra, di lasciare da professionista la città e il club dove è cresciuto.
Le parole d’amore, però, possono essere diventare un’arma a doppio taglio, soprattutto se a un labiale (quello che ha pronunciato a favore di telecamera dopo il calcio di rigore) vengono poi date letture e interpretazioni diverse. “Io ci sarò sempre”, così il testuale e probabilmente Insigne ha semplicemente voluto inviare un messaggio d’amore a chi ha criticato la sua scelta di andare in Canada con un ingaggio faraonico. Quando però quelle parole diventano “non è colpa mia” (e in tanti hanno letto anche questo) e il suo agente subito dopo il fischio finale della partita ha avvalorato la bontà di questa ultima interpretazione con un post sui social, l’effetto boomerang supera ogni buona intenzione del giocatore. Lo riporta l'edizione odierna di Repubblica.
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