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Lorenzo Insigne si è sfogato. Ma la sua è stata una reazione personale. Nulla contro i compagni che infatti hanno capito. Nello spogliatoio, una volta rientrati dopo il fischio finale, nessuno ha preso la parola. Non ci sono stati ulteriori confronti. Tutti hanno fatto passare la notte che notoriamente porta consiglio. "Trasformiamo questa rabbia in concentrazione", perché le prossime partite non possono essere sbagliate. Insigne è stato chiaro. Si è rivolto a tutti. Senza puntare il dito verso nessuno. Ha parlato da capitano. Ha spiegato che la sua rabbia deve essere contagiosa, deve diventare quella di tutti, indistintamente. "Non si possono perdere partite così". Accanto a Insigne anche Ghoulam, che ha confermato di essere uno degli elementi cardine dello spogliatoio.
Il terzino, che nelle ultime gare ha scalato le gerarchie di Gattuso, ha incitato i compagni, ha ricordato loro l'importanza di questa maglia e la necessità di rimanere concentrati fino al fischio finale. La squadra ha recepito il messaggio e ha già messo la testa a domenica sera, quando al Maradona arriverà il Bologna prima del trittico da incubo delle partite con Milan, Juventus e Roma in una settimana. Allora sì, la testa potrebbe fare la differenza ancor più delle gambe. Per questo Insigne ha voluto dare il suo segnale chiarissimo a tutti. Poi, amici come prima: come una famiglia. Perché le cose nascono e muoiono in campo. Per ripartire bisogna farlo insieme.
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