Non ha funzionato nulla, ieri, in Napoli-Milan. Nulla, né in campo né fuori. E, se il verdetto a fine gara è pesantissimo (0-4, Pioli sorride, Spalletti precipita in incertezze dal sapore di un passato recente), quello proveniente dagli spalti è ancor più severo: risse, violenza, discordia tra ultras, un vuoto terribile si apre al centro della Curva B, e il silenzio surreale dei tifosi casalinghi.
rassegna
Il Napoli con il Milan ha giocato al Maradona o in trasferta?
Napoli-Milan, clima terribile
—Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Napoli-Milan era cominciata molto prima del fischio d’inizio. Poco prima delle ore 17 centinaia di tifosi appartenenti a diversi gruppi organizzati si erano dati appuntamento a Piazzale Tecchio per una protesta pacifica contro il caro biglietti per la Champions e, soprattutto, per l’atavica questione dello “stadio teatro” con il divieto di introdurre al suo interno tamburi e striscioni ma anche vessilli e simboli di appartenenza. Una protesta manifestata attraverso cori, bandiere, stendardi, fumogeni. Dentro lo stadio, il caos calmo. E il silenzio. Si tifa senza tifare. Durante la partita sugli spalti si verificano alcuni episodi di violenza e qualche mini-rissa. I gruppi organizzati sono in disaccordo tra di loro, uno spicchio di Curva B resta vuoto per alcuni minuti, il Napoli in campo sembra giocare in trasferta.Non bastano cinquantamila cuori a fare un stadio. Ad un certo punto è sembrato di essere in un deserto col suono del silenzio interrotto solo dallo spicchio di tifosi del Milan presenti nel settore ospiti con tamburi, bandiere e megafoni. In tutti gli altri settori, come nelle ultime partite, si faceva fatica a riconoscere i colori, sono nitidi solo il bianco e il rosso dei georgiani presenti come sempre nei Distinti. Non ci sono bandiere o striscioni, le sciarpe sono al collo di tifosi disordinati che si mimetizzano nel nero come colore universale che balza subito all’occhio. Mentre la città si tinge d’azzurro, al Maradona neppure s’intravede l’arcobaleno. È il grande paradosso che sta accompagnando una stagione da sogno".
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