Il metodo Giuntoli è da scudetto: come è diventato il miglior DS della Serie A

Giuntoli ha salutato il Napoli ed è pronto ad accasarsi alla Juve. Inimmaginabile, fino a qualche mese fa, quando cominciarono a uscire le notizie del corteggiamento della Vecchia Signora al probo DS, integerrimo e ligio al dovere. In pochi si sarebbero aspettati questo addio, soprattutto la nuova destinazione, eppure tant'è. Ma il DS ha creato un metodo che ha saputo consacrarlo come il migliore della stagione appena conclusasi e ha fatto gola al club torinese. Ma come lavora il direttore bianconero?

Giuntoli, artefice di un metodo (quasi) infallibile

Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "Il metodo-Giuntoli è collaudato: puro fiuto e capacità manageriali (...) Sa scovare il talento puro - meglio se sconosciuto - e sa trattare i bilanci. Compra con quello che gli danno e vende bene. E poi fa così: telefonate su telefonate, offerte a chiunque (anche a Haaland a 18 anni) e video dalla mattina alla sera. Pure a tavola, un’ossessione. Il perno, però, è la fabbrica delle notizie: una rete di amici informatori, osservatori, allenatori, ex allenatori, agenti, giocatori, ex giocatori, colleghi, cugini, parenti dei magazzinieri. Alle spalle ha 40 anni di calcio, prima da calciatore di C e D e poi da direttore sportivo (...)

Prima del club chiama un agente o un giocatore - o entrambi - e comincia una corte spietata per assicurarsi il gradimento che neanche il principe azzurro. Pardon, bianconero: telefonate, appuntamenti in incognito, cene su cene, riunioni in casa, barca, hotel, promesse di bonus, scatti alla qualificazione, al gol e alla risposta. Colpi di scena, litigi veri o finti. Da cinema, da depistaggio. E bugie, per tutti: vecchio stampo, mai svelare un obiettivo, e mai e poi mai dire la verità (...) Osi lo ha trattato al largo di Montecarlo, in barca, e poi l’ha nascosto per giorni tra la Sardegna e Napoli. A Kvara fece fare le visite mediche mesi prima di annunciarlo sotto falso nome: tanto, chi lo conosceva? Stanarlo è un gioco complesso ma divertente".