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Hamsik lancia McTominay: “Può essere il mio erede. Abbiamo due caratteristiche in comune”

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L'intervista al Corriere dello Sport
Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 

Marek Hamsik ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:

Il Napoli di Adl in un solo aggettivo «Non basterebbe. Penso che De Laurentiis vada solo ringraziato per quello che ha costruito partendo dal fallimento. Ha iniziato da zero e ha creato un club e una squadra vincenti, conquistando il terzo scudetto dopo Maradona. Dopo 33 anni. Merita solo applausi». 

Lei era in campo quando il Napoli di Reja ha giocato la prima partita in Serie A: Napoli-Cagliari 0-2, 26 agosto 2007. Casualmente domenica il Napoli giocherà proprio a Cagliari «Non ho ricordi di quella sconfitta in casa, per fortuna non ce ne sono state molte. Speriamo che la prossima vada decisamente meglio». 


Lei aveva 20 anni. Poi è diventato un simbolo «Quando sono arrivato ero un bambino, è vero. Sono felice che la società e la gente abbiano creduto in me al buio e che il mio nome sia finito accanto a quello del Napoli». 

La Hit Parade della sua vita azzurra. Allenatore? «Devo dire grazie a Reja per avermi lanciato, ma ho preso qualcosa da ognuno. Con Sarri, però, mi sono goduto il calcio più che con gli altri. All’epoca conobbi anche Calzona, era il suo primo collaboratore». 

Giocatori: il compagno indimenticabile, il più forte? «Eh, il Napoli ha avuto tanti campioni in questo periodo, ma se penso a uno che ispirava tutta la città e lo stadio, allora scelgo il Pocho. Lavezzi. È stato un onore giocare con lui, ci sentiamo spesso. Mi piace ricordare anche Zielinski, uno dei centrocampisti più forti del mondo». 

Si parlava di Zielo come suo erede. Ora può esserlo McTominay? «Sì, potrebbe, è un centrocampista offensivo che come me ama inserirsi e fare gol. Vediamo, dipende dal modulo. Però è un nome forte, l’ha dimostrato con lo United e in nazionale. Un valido cambio per Lobo e Anguissa».