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(Photo by SSC NAPOLI via Getty Images)
Rino Gattuso sta vivendo la più travagliata stagione della sua carriera. In qualche reazione è andato lungo, ma in genere, il Napoli che viene da cinque vittorie nella ultime sei, è figlio del suo grande lavoro. Ha ricompattato un ambiente autolesionista e ha dato alla squadra un equilibrio tattico che prima non c’era. Lo riporta l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport.
Il temerario 4-2-3-1 del 22 novembre, con Politano trequartista, per dirne una, fu travolto dalle ripartenze del Milan. La partita successiva, con Demme e mediana a tre, il Napoli schiantò la Roma. Nel ballottaggio tra i due moduli, la felice mediazione l’ha data il 4-2-3-1 con l’equilibratore italo-tedesco accanto all’ideologo Fabian Ruiz e Zielinski trequartista ispiratore, capace di abbassarsi a difendere. L’attacco è stata un’emergenza continua: Mertens, Lozano e soprattutto Osimhen. Sulla sua corsa profonda era stato fondato il progetto. Se Lukaku avesse giocato solo sedici partite, come il nigeriano, probabilmente la classifica sarebbe diversa. Eppure, in tanta emergenza, il Napoli ha il terzo miglior attacco e la terza miglior difesa. Ha undici punti in più di un anno fa, ma soprattutto ha migliorato un dato sottovalutato che tara la vera forza di una squadra: la differenza reti. Un anno fa era +8 (48-40), ora +31 (65-34), Gattuso ha quasi quadruplicato l’utile di bilancio.
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