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Gattuso, 10 anni di scelte sbagliate e obiettivi mancati: carriera che non decolla

valencia gattuso
L'ex tecnico azzurro fatica a trovare una nuova strada dopo le esperienze fallimentari avute con il Milan, il Napoli e il Valencia
Sara Ghezzi

Gennaro Gattuso è stato tra i giocatori italiani più rappresentativi. Con la sua grinta e la sua dedizione ha saputo compensare i suoi limiti tecnici arrivando a trionfare in Italia e nel mondo. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ha scelto di percorrere la strada di allenatore. Il suo percorso si è incrociato con quello del Sion e del Palermo prima, passando per l'Ofi Creta e il Pisa. Fino ad arrivare a due top club come Milan e Napoli, dove ha vinto il suo unico trofeo sulla panchina. Senza dimenticare i 20 giorni alla Fiorentina. La sua ultima avventura è stata al Valencia e anche lì la chiusura non è stata delle migliori. Infatti tutte queste esperienze negli ultimi 10 anni hanno un comune denominatore: obiettivi mancati e tensioni con i presidenti. Il suo ritorno in panchina sembrava vicino con il Lione interessato, ma alla fine è saltato tutto. L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport ha approfondito questo aspetto. A seguire un estratto dell'articolo.

Gattuso, 10 anni di scelte sbagliate e obiettivi mancati: carriera che non decolla

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"Ringhio non ringhia più. Sta in attesa, a mollo, aspetta una telefonata e certo che chiamano, ma il numero è quello di un altro. L’ipotesi Lione si è sgonfiata subito, in panchina andrà Fabio Grosso. Ci avevano pensato, a lui. Poi ci hanno ripensato. Excusez nous, ci scusi Ringhio, lei non fa per noi. A 45 anni compiuti e nel mezzo del cammin della sua vita da allenatore, Gennaro Gattuso risulta appesantito da un’ombra di incompiutezza, con una carriera che - le scelte sbagliate, gli inciampi qua e là, gli obiettivi sfumati - si è arenata. Allena da dieci anni, ma sono stati anni tormentati, faticosi, inizialmente spesi in nobili battaglie che esulavano dal campo di gioco - per dire: a Creta pagò lui gli stipendi ai giocatori - e poi consumati da traguardi spesso mancati. Eppure: quando il tackle era un valore e non un vizio, il Gattuso rossonero e azzurro era l’emblema del gladiatore che entra nell’arena sfoderando il ghigno più duro del suo repertorio e aizzando la folla in estasi, perché ha una missione da compiere. Il Ringhio rimasto nella memoria era un manovale che prende il diploma alle serali e per questo gli viene riconosciuto un merito doppio: partito da niente, aveva conquistato il mondo. Nel salto da un prima a un dopo, Gattuso è però atterrato in una landa inattesa, dove il fallimento è una delle opzioni a chiedere la tassa".


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