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Nella lunga riunione non ci sono stati scontri, nessuno ha alzato la voce. Pure Gattuso ha, un certo punto, ha ritenuto di dover dispensare carezze. È stata una lunga, interminabile, ricerca di spiegazioni, con il ds Giuntoli che è rimasto in ogni istante al fianco del tecnico che ha il compito e la voglia di rilanciare il Napoli. Il Mattino ha ripercorso la lunga notte passata a Castelvolturno dopo il ko contro la Fiorentina.
Pesa, sul ko con la Fiorentina, la stanchezza per una preparazione atletica che in poco più di un mese è cambiata radicalmente e che non può non aver avuto un peso in questa folle prestazione di sabato. E poi le motivazioni di un gruppo che due anni fa, di questi tempi, era in lotta per lo scudetto con la Juve e che ora deve guardarsi incredibilmente alle spalle.
Ma Gattuso ha messo in campo tutto il suo armamentario: ha chiesto ai suoi maggiore veemenza, più cattiveria, ha chiesto alla squadra di ritrovare quello spirito smarrito che li ha portati a essere uno dei gruppi più forti d'Europa. Sa che ci sono dei problemi: nella testa e nelle gambe. E che le responsabilità arrivano dal passato.
Sa che molti sono al capolinea dell'avventura al Napoli ma ha chiesto - ottenendo risposte confortanti - che per quattro mesi le questioni personali vengano messe da parte. E alla fine, Gattuso ha invitato la squadra a mettere fine al ritiro, durato poco più di 14 ore. La squadra si ritroverà stamane. Stasera dormirà assieme e poi dopo la gara con la Lazio arriverà la decisione se tornare o meno a Castel Volturno.
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