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rassegna

Dai campetti di periferia ad Euro 2024: la bella parabola di Folorunsho

Bruno Stampa
Il centrocampista di proprietà del Napoli, dopo la prima stagione in Serie A della sua carriera, ha strappato il pass per l'imminente Europeo ed è pronto a rivelarsi un interessante asso nella manica nelle rotazioni di Luciano Spalletti

Fervono i preparativi per la Nazionale italiana in vista dell'imminente Europeo. Ad esattamente una settimana dall'esordio ufficiale degli azzurri nel torneo, che si disputerà in Germania, il Corriere della Sera ha pubblicato una bella analisi alla più grande sorpresa che si può scorgere leggendo l'elenco dei 26 convocati dal commissario tecnico della Nazionale Luciano Spalletti, il nome è quello di Michael Folorunsho.

Una consacrazione tardiva ma inarrestabile

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"Michael Folorunsho, rivelazione del Verona in prestito dal Napoli, ci ha messo più del previsto ad arrivare in alto ma ora che ha preso il ritmo non è facile da fermare. E Spalletti — che cita sempre la 'scocca' — lo ha chiamato per questo: perché 190 cm per 92 kg lanciati in velocità sono utili: «Folorunsho ti dà soluzioni differenti come fisicità, poi ha il tiro da fuori ed è bravo sui colpi di testa. È un incursore, abituato ad avere l’avversario sul groppone ed è lì che regge botta». Il fisico non è l’unica differenza di Folo, partito da Torrenova, cresciuto nei campetti romani di periferia e arrivato a 13 anni alla Lazio, fino alla Primavera di Simone Inzaghi, con la fama (ora perduta) di ragazzo non sempre facile da gestire. Il gol al volo alla Juve del 17 febbraio è stato lo spartiacque della stagione di Folorunsho e del Verona ed è arrivato di sinistro, non il suo piede forte".