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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
L'edizione odierna del Corriere dello Sport racconta gli istanti che hanno portato il Napoli dall'esaltazione alla delusione per lo scudetto mancato del 2018 nell'albergo di Firenze, dopo Inter-Juventus, alla vigilia di Fiorentina-Napoli.
Non era negli armadi, non era sotto ai tavoli, non era né in cucina e né tantomeno nella hall, non era nei garage e quindi era svanito lo scudetto. Verso le dieci e trenta della sera, era evaporato in quella manciata di secondi in cui il sogno di Maurizio Sarri e del Napoli si trasformò in incubo. "Giocammo con la morte nel cuore". Inter-Juventus, all’ora della cena, tenne (insolitamente) nella sala da pranzo il Napoli quasi per intero, che al minuto 87 ci pensava eccome. Un punto a separarlo dalla Vecchia Signora, persa e smarrita in quell’1-2. E quando ormai mancavano centottanta secondi, in quella «curva» composta e silenziosa, s’annidava una favola. Juventus 85, Napoli 84, ma con una gara in meno, da sfruttare sedici ore dopo a Firenze.
28 aprile 2018, e chi se lo dimentica a Castel Volturno. Dove ognuno dei superstiti sa raccontare dov’era seduto, chi aveva al fianco, cosa si dissero durante, cosa pensarono dopo. Quanto urlarono sul 2-2 che Cuadrado, con deviazione di Skriniar, trovò tra Handanovic e il suo primo palo. Quanto imprecarono sul colpo di testa del pipita, al petto del Napoli e del campionato. Millecentoquattordici giorni dopo, è ancora Fiorentina-Napoli che arriva dopo quella sfida lì, la Juventus e l’Inter, però a campi invertiti. L’albergo è cambiato, non sia mai, e lo scenario pure, però adesso c’è la qualificazione in Champions. E ci sono pure una cinquantina di milioni di euro che certo non leniscono quel dolore ma aiuterebbero a passarsela meglio.
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