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(Getty Images)
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, soffermandosi sulla crisi mondiale del calcio a causa della pandemia da Covid-19.
Presidente Gabriele Gravina, teme un nuovo stop del calcio per la pandemia?
"No. La terza ondata con le sue varianti colpisce i giovani, e questo preoccupa. Ma l’applicazione collaudata del protocollo e il monitoraggio costante sono una garanzia per la salute degli atleti. I contagi fin qui sono molto limitati. I campionati non corrono rischi".
La FIFA ha sospeso in Sudamerica le gare di qualificazione ai Mondiali. C’è preoccupazione per quelle europee di fine mese?
"Ci saranno disagi, li affronteremo. Abbiamo i mezzi e le regole per giocare al sicuro, coordinandoci con le altre federazioni".
In Italia ci sono stranieri che dovrebbero fare il giro del mondo. I club faranno resistenza a lasciarli partire. Sono immaginabili deroghe?
"Non ne abbiamo il potere. Ci atterremo alle disposizioni della FIFA".
Dalla UEFA filtra che i convocati per gli Europei non avranno priorità nelle vaccinazioni, mentre gli atleti olimpici saranno tutti immunizzati. Perché due pesi e due misure?
"Credo e spero che arriveremo tutti nella stessa condizione. Per questo il calcio mette a disposizione i suoi hub sportivi per accelerare le vaccinazioni. Tutte le società hanno un’organizzazione sanitaria, di cui fanno parte medici, fisioterapisti e altro personale specializzato. Noi offriamo questa rete per somministrare il siero alla popolazione. Al fianco della Protezione civile, al fianco del porta a porta che sta per partire nel Paese".
È un’offerta al governo?
"Sì, vogliamo dare il nostro contributo, come annunciato nella visita allo Spallanzani e condiviso dal direttore sanitario Francesco Vaia. Siamo presenti in maniera capillare in tutto il territorio nazionale con strutture e operatori. Li mettiamo a disposizione dell’Italia".
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