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FIGC, Gravina (Getty Images)
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Il numero uno della Federcalcio ha commentato la sentenza del CONI che ha accolto il ricorso del Napoli contro la sconfitta a tavolino con la Juventus e il conseguente punto di penalizzazione comminato al club azzurro per non essersi presentati allo Stadium.
La sentenza del collegio di garanzia del CONI su Juve-Napoli non è la prova che qualcosa non va?
"Il collegio di garanzia ha un ruolo ben chiaro nella giustizia sportiva. È la nostra Cassazione. Ma la Cassazione è un giudice di legittimità. Non dovrebbe entrare nel merito e diventare un terzo grado di giudizio. Urge un chiarimento legislativo, per circoscrivere la giurisdizione. Altrimenti saremo costretti a ricorrere al TAR e poi al Consiglio di Stato contro le sentenze del CONI".
La sentenza stabilisce che la quarantena soft, stabilita dal protocollo federale, non deroga alla quarantena hard, disposta dalla ASL in basa a una norma di rango superiore. Non le pare questo un giudizio di legittimità? Oppure la giurisdizione domestica del calcio vuole percepirsi come una zona franca, dove valgono regole pattizie in contrasto con quelle dell’ordinamento?
"Mai pensato questo. Faccio però notare che i pareri della ASL erano due, e di segno diverso. Ed erano stati valutati da due giudizi federali di merito, che hanno ritenuto applicabile il protocollo. Ma non intendo discutere della sentenza. Io pongo un problema di funzionalità del sistema di giustizia sportiva".
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