Quando sarà il Napoli di Conte?
"Gli ho detto, sorridendo, che quando i giocatori cominceranno ad odiarlo durante gli allenamenti sarà sulla strada giusta per ottenere importanti risultati perché vedranno che serve quel lavoro duro e allora la fatica non sarà più un sacrificio. Antonio è stato bravo a lavorare su ciò che non è andato nel secondo tempo di Verona, dove non vi è stata reazione da parte del Napoli. Ha ricompattato la squadra e infatti agli avversari sono state concesse meno ripartenze. E ha vinto contro un rivale forte".
Cosa dà Conte al Napoli?
"Si è ricreato un bellissimo entusiasmo. Senza nulla togliere ad altri tecnici che hanno lavorato qui, è stato Antonio a creare questa alta e legittima aspettativa: è arrivato un uomo vincente, forte non soltanto sul campo. Ha convinto Di Lorenzo e Kvara a restare qui e Lukaku è venuto a Napoli per lui, l’allenatore con cui si è espresso ai massimi livelli. Pensando a tecnici del passato mi viene da pensare a Benitez: anche la sua presenza, undici anni fa, spinse giocatori di valore a firmare per il Napoli. Sul carisma e sulle capacità di Antonio si basa questa stagione, perché lui ha la forza per ribaltare la situazione dopo la scorsa annata. Senza trascurare il percorso che la squadra ha compiuto: lo scudetto ma anche 14 anni di partecipazioni consecutive alle coppe europee. E, infine, può piacere il suo modo di essere: è un personaggio scomodo che non le manda a dire".
Le prospettive del Napoli?
"Tornare in Champions: mi sembra chiaro l’obiettivo, più o meno dichiarato dall’allenatore e dal club".
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