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Corrado Ferlaino, ex presidente del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, soffermandosi sull'imminente terzo scudetto azzurro e il ruolo di Diego Armando Maradona.
"Mi commuovo. Sono giorni speciali, mi riportano indietro, mi fanno rivivere quelle sensazioni. Ho la fortuna di vivere in una casa panoramica e domenica sera, subito dopo la fine della partita, ho potuto godermi lo spettacolo dei fuochi pirotecnici che è partito immediatamente, perché non avrebbe avuto senso aspettare. Era già fatta, ne eravamo convinti, un vantaggio clamorosamente incolmabile. Ma vincere a Torino con la Juve riempie. E io sono stato travolto dalla felicità. In diecimila a Capodichino? Mi è sembrato di rivedere le immagini di Stoccarda, all’epoca della vittoria della Coppa Uefa, che per me valeva la Champions League di oggi visto il valore delle avversarie. Sfilavamo tra ali di folla, gente in lacrime come me, quella sì che fu rivincita: la rivincita degli emigranti, di chi poté urlare al mondo la propria gioia e ribellarsi al destino che li aveva costretti ad andar a cercar fortuna lontani dalla propria terra. Trentatré anni sono un’immensità, direi un’eternità. La ricompensa dell’attesa ma anche il premio per un lavoro enorme, gigantesco. Posso dire con umiltà che so quanto sia difficile emergere, stritolati tra colossi economici, sempre prigionieri del risultato: qui è difficile, più che altrove forse, ma è anche più bello. De Laurentiis è stato bravo e soprattutto ha avuto intuito nel tenere Giuntoli, che è stato bravissimo a scegliere calciatori di uno spessore insospettabile, e a investire su Spalletti".
"Il Padreterno è Spalletti, che ha costruito una macchina perfetta. Una squadra senza difetti. Indimenticabile. Meravigliosa. Ha convinto tutti, nessuno escluso, a credere in quel calcio. Lo ha diffuso in questi mesi di campionato durante i quali ha garantito il divertimento ai tifosi del Napoli e per me anche a chi è esclusivamente appassionato di calcio. Uno splendore questo spettacolo. Non c’è stata partita, o forse non la ricordo, in cui il Napoli non abbia stravolto gli avversari. Forse due o tre volte c’è stato equilibrio e pure nelle sconfitte, quelle poche, ha detto qualcosa di suo. È stato battuto ma mai schiacciato. Mentre quando ha vinto, nella maggior parte dei casi, lo ha fatto senza che potesse esserci discussione. Anche contro la Juventus, pur con quell’1-0 di misura, ha avuto momenti in cui il dominio è stato evidente. Primo scudetto senza Maradona? C’è Diego anche in questo, conquistato nello stadio che gli è stato intitolato. Io andrò a Buenos Aires a pregare sulla sua tomba e a ringraziarlo per tutto l’amore che ha riservato e ci ha riversato, per esserci stati vicino anche adesso, dall’alto. Non esiste un erede di Maradona, non nascerà".
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