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rassegna

Fattore infermeria decisivo per il Napoli, cosa è cambiato rispetto all’anno scorso?

Domenico D'Ausilio

Il focus del Corriere del Mezzogiorno

Il primato del Napoli, protagonista di una stagione esaltante finora anche in Champions League, è dovuto anche al fattore infermeria. Lo riporta il focus dell'edizione odierna del Corriere del Mezzogiorno.

Fattore infermeria decisivo per il primato del Napoli

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Basta notare quanto è accaduto all’Inter di Lukaku e Brozovic, alla Roma di Dybala, alla Juventus che ancora deve ritrovare Cuadrado, Pogba e Vlahovic, al Milan stressato proprio dagli infortuni, alla Lazio che non può più contare sulla continuità di Immobile. Qualche problema sia di natura traumatica che muscolare si è verificato ma la grande differenza rispetto alla scorsa stagione è che l’organico non è stato mai colpito da una sequenza contemporanea di infortuni. Il Napoli ha dovuto rimediare alle assenze di Rrahmani, Anguissa, Kvaratskhelia, Osimhen ma non ha perso tanti uomini contemporaneamente come accadde, invece, durante lo scorso campionato da metà novembre a metà febbraio.

Cosa è cambiato?

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Ci sono molti fattori che possono spiegare questa differenza, sia esterni che interni alla gestione del gruppo. A gennaio 2022 ci fu la Coppa d’Africa, nello stesso momento venne fuori la variante Omicron che rese indisponibile parecchi azzurri proprio alla viglia della gara contro la Juventus. Cosa è cambiato per il Napoli? La rosa è più giovane (l’età media è 26.1), con giocatori meno usurati e di conseguenza meno esposti al rischio degli infortuni. Tra le big soltanto il Milan ha un’età media più bassa ma le intuizioni di mercato del club rossonero non si sono rivelate brillanti come quelle del Napoli.