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Sven-Goran Eriksson (Photo by Michael Regan/Getty Images)
Sven-Goran Eriksson, allenatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni de Il Mattino, soffermandosi sulle possibilità di scudetto del Napoli e sul big match contro il Milan, in programma domenica sera al Maradona.
"Lo dice la storia del vostro Paese che è complicato rompere l'egemonia delle big. In quante sono riuscite a vincere? Il Napoli di Maradona, il Verona di Bagnoli, la Sampdoria di Boskov e la Roma prima della mia Lazio e poi dopo con Capello. Non è mai stato semplice. Quando ho vinto io, 22 anni fa, la serie A veniva da otto anni dove in campionato trionfava o il Milan o la Juventus. Noi riuscimmo a creare una squadra che già la stagione prima era andata vicina al trionfo. E su questo aspetto anche il Napoli per certi versi somiglia alla Lazio perché pezzo dopo pezzo ha messo assieme la squadra attuale".
"Lo ricordo, allenava l'Empoli quando io ero ancora lì. Preparato, appassionato: le sue squadre giocano sempre con grande attenzione e preparazione. Anche se il mio preferito dei tre che lottano per il primo posto è Inzaghi".
"È presto per poter dire che si decide lo scudetto. Poi mancano ancora tre mesi di partite, ci sono le incognite legati agli infortuni, il peso del calendario, arriva il caldo. E aumentano le incertezze. Senza dimenticare che alla fine in serie A gli scudetti vengono decisi dai punti persi con le piccole e non negli scontri diretti".
"Senza Maradona, il Napoli non avrebbe mai vinto quello che ha vinto in quegli anni. Difficile trovare un calciatore in cui una squadra si identificasse più del Napoli con Maradona. Forse, solo la mia prima Roma con Falcao. Il Milan era un buon collettivo, aveva un gioco corto, un 4-4-2 pressing e fuorigioco. Ma Sacchi poteva contare su stelle come Gullit, Van Basten, Baresi, Tassotti: diciamo che adesso in Italia nessuna squadra ha questi campioni in rosa. Ha avuto una vita non facile. Ai livelli di Pelé. In pochi giorni lo affrontai due volte con la Fiorentina. Nella prima era in Coppa Italia e lui passeggiava per il campo, perché non era interessato alla partita. E noi vincemmo. Poi venne da me nello spogliatoio a salutarmi: Mister, ovviamente lei sa che domenica prossima la musica sarà diversa al San Paolo. Mi fece due gol e il Napoli vinse 4-0. L'ho rivisto a Dubai l'ultima volta. Ho sempre pensato che la sua rovina siano state le amicizie sbagliate".
"Chi deciderà Napoli-Milan? Osimhen. Ha 23 anni. Giovanissimo. L'ho visto qualche volta e mi ha colpito per la sua rapidità".
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