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Diritti TV, Dal Pino contro Lotito: “Basta, stai zitto”. Richiamati anche De Laurentiis e Agnelli

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Il momento della resa dei conti si avvicina, mentre in Lega spaccature e clamorosi dietrofront aumentano lo stallo dei lavori. A dodici giorni dalla scadenza delle offerte vincolanti dei due broadcaster in corsa, Sky e Dazn, i club chiamati dal...

Domenico D'Ausilio

Il momento della resa dei conti si avvicina, mentre in Lega spaccature e clamorosi dietrofront aumentano lo stallo dei lavori. A dodici giorni dalla scadenza delle offerte vincolanti dei due broadcaster in corsa, Sky e Dazn, i club chiamati dal presidente Dal Pino a votare per l’ennesima volta sull’assegnazione dei diritti TV Serie A si separano in maniera netta in due fazioni. Lo riporta l'edizione odierna del Corriere della Sera.

Diritti TV, Dal Pino contro Lotito, De Laurentiis e Agnelli

 (Photo by Paolo Bruno/Getty Images for Lega Serie A)

Dieci società, trascinate da Juventus e Lazio, confermano il proprio gradimento a Dazn (c’è anche il Milan che però è su posizioni opposte sui fondi). Nove (tra cui la Roma e il Torino) si astengono come in precedenza. Il Cagliari si scollega dalla videoconferenza al momento del voto. Del resto che l’atmosfera in assemblea non fosse distesa si era compreso sin dalle prime battute. Le sette squadre contrarie ai fondi (Juve, Lazio, Napoli e Inter fra le altre) si sono rifiutate senza motivo di approvare la delibera assembleare del 26 febbraio. Sul tema relativo alla media company i toni si sono alzati. Lotito considerando chiusa la partita ha invitato Dal Pino a non mettere più in futuro ai voti la firma sul contratto preliminare con il consorzio Cvc-Advent-Fsi. Il presidente lo ha gelato: "Basta, stai zitto". Poi ha risposto ad Agnelli che con De Laurentiis non intende più far parte del comitato che tratta con i fondi. Dal Pino ha ricordato ai presidenti di Juventus e Napoli che il mandato era stato assegnato loro dall’assemblea. Pertanto sarebbe loro dovere rappresentare gli interessi collettivi della Lega e non quelli personali.