Conte ha stregato una città «È primo. E con merito. È entrato nella testa dei calciatori, li ha motivati, è l'uomo forte che mancava, il martello, il vero erede di Trapattoni in Italia: Di Lorenzo, anche se ancora lontano dai livelli raggiunti con Spalletti, è cresciuto in pochi mesi. Con Luciano, tutti hanno "over-performato", poi l'anno scorso tutti hanno "sotto-performato". Ora c'è Antonio: il Napoli non ruba l'occhio, non è esteticamente bello, ma lui non mi pare che voglia mettersi in evidenza con idee cervellotiche. Vince facendo cose semplici»
Dunque ha ragione Allegri? «Basta che vinci. Il calcio è una cosa dove ha ragione solo chi raggiunge gli obiettivi. E Conte è sulla strada giusta. Come Baroni che pure alla Lazio sta realizzando una rivoluzione tecnico e tattica».
Il Napoli capolista è una bella sorpresa? «Ma Conte ha sempre fatto questo: arriva negli ambienti a pezzi, distrutti dal passato, pieni di delusione e li rimette al suo posto, li rianima. Aggiusta ogni cosa in poco tempo. Oggi lui è questo: alla Juventus, al Chelsea, all'Inter. Mica arriva dopo una Champions o un titolo, arriva dove ci sono le macerie, dove c'è costruire ogni cosa dalle fondamenta. È un mago, nel riuscire a vincere dove l'anno prima c'erano solo delle rovine»
Poteva arriva un anno fa? «Non sarebbe stato lo stesso. È evidente che lui attecchisce negli ambienti dove tutti hanno dei sensi di colpa, dove sono obbligati a seguirlo per farsi perdonare le proprie responsabilità: a Napoli è ideale. Un gruppo che vince lo scudetto a febbraio, che dà spettacolo in Europa e che, poi, arriva decimo? Dodici mesi fa sarebbe stato complicato farsi seguire da giocatori che lo scudetto vinto al Napoli li faceva sentire come dei in terra. Ora c'è proprio il suo terreno ideale, dove detta regole e non c'è nulla da mettere a paragone»".
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