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(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)
"Ogni giorno, in cella, penso a Ciro Esposito. Non nego di aver anche desiderato che l'epilogo di questo dramma fosse a parti inverse. Mi pento di essermi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Al posto di Ciro poteva trovarcisi chiunque". Dopo gli scontri sull'A1 tra tifosi della Roma e del Napoli, dopo la decisione di vietare le trasferte alle due tifoserie, parla dal carcere di Rebibbia Daniele De Santis, l'ultras giallorosso condannato a 16 anni di reclusione per aver ucciso con un colpo di pistola il 3 maggio del 2014 il tifoso del Napoli Ciro Esposito negli scontri che anticiparono la finale di Coppa Italia a Roma tra Fiorentina e Napoli. Lo riporta l'edizione odierna de Il Mattino.
Parole che non si aspetterebbero da De Santis, in carcere per aver ammazzato un ragazzo con una pistola durante scontri tra tifoserie. E a cui non crede Antonella Leardi, la mamma di Ciro. "De Santis è sceso in strada con una pistola. Non stava nel posto sbagliato al momento sbagliato' come dice, ma al contrario, perché lì c'era un parcheggio dove i ragazzi avevano fermato la macchina per andarsi a vedere la partita". Per Antonella la dinamica è chiara. "De Santis ha assalito un autobus, mio figlio non sapeva nemmeno che fosse un tifoso romanista, è andato in soccorso delle persone che urlavano e lui ha sparato, come non si spara nemmeno a un animale". Quindi per la Leardi non c'è nessun ravvedimento dell'ex ultrà romanista. "Non dica idiozie, perché chi si pente non dice le bugie: mi ha ammazzato Ciro in maniera feroce, lui, un uomo di quasi 50 anni che sarebbe potuto essere suo padre. Mio figlio avrebbe compiuto 30 anni di lì a poco, aveva il progetto di andare a convivere con la sua fidanzata. De Santis quante famiglie ha rotto? Non potrò vedere mio figlio mettere i capelli bianchi, la mia vita è spezzata, una parte è morta insieme a lui".
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