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(Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)
Le prove, servono le prove per smontare l'acido castello di insinuazioni e sospetti che ha portato alla conferma della condanna da parte della Corte sportiva, ora servono elementi concreti per abbattere quelle accuse, pesanti, di aver violato i principi di lealtà, correttezza, probità. Il richiamo di Sandulli a una sentenza del Collegio di garanzia del CONI del 2018, quasi sembra voler scoraggiare nuovi ricorsi. Ma ce ne vuole per far arrendere Aurelio De Laurentiis: "Non lo farò mai", ribadisce con tono severo. Il mondo del calcio non gli tende la mano.
Secondo quanto riporta l'edizione odierna de Il Mattino, sa ieri mattina De Laurentiis è già al lavoro con l'AD Andrea Chiavelli. È ancora nero, per il provvedimento. Studia una strategia diversa da portare davanti ai giudici della Cassazione dello sport, ovvero il Collegio di garanzia del CONI. Per prima cosa, nel corso della prima riunione post-sentenza, De Laurentiis ha chiesto di non attendere l'ultimo giorno, come invece è stato fatto con la Corte sportiva, per impugnare il provvedimento. Dal momento della notifica, le ore 18,40 di martedì 10 novembre, entro un massimo di trenta giorni va presentato il ricorso al CONI. Che ha a sua volta venti giorni di tempo per fissare l'udienza. Insomma, i tempi li definisce il Napoli: più tardi presenta il reclamo, più tardi ci sarà il dibattimento.
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