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(Getty Images)
Il Napoli ha chiuso il bilancio con una perdita di 58,94 milioni di euro. Un record nella gestione di De Laurentiis. Mai si era arrivato a queste cifre di deficit. Che spiegano perché il club azzurro continui a invocare politiche di austerity finanziario: un'altra perdita, dopo quelle pari a 18,97 milioni della stagione precedente e l'utile di 29,1 milioni del bilancio chiuso al 30 giugno 2019. Era da tempo che il patron lancia un campanello d'allarme, che insiste perché il monte ingaggi scenda sotto i 100 milioni (al 30 giugno erano 134,7mln di euro). Lo riporta l'edizione odierna de Il Mattino.
Negli ultimi tempi, anche avvicinandosi il centenario della fondazione del Napoli (nel 2026) da parte di De Laurentiis c'è un grande interessamento sul marchio: recentemente, ha proposto anche di cambiarlo, riportando alla luce il vecchio cavallino rampante simbolo dei pionieri del club azzurro. E poi sostituito con il ciuccio e ora con la N. La società ha fatto una mossa inedita che però consente di registrare un patrimonio netto nuovamente positivo e in aumento a oltre 140 milioni di euro (126,4 milioni al 30 giugno 2020) sfruttando una norma legata al dl 104/2020, convertito nella Legge n. 126 del 13/10/2020), che permette di rivalutare a bilancio le immobilizzazioni immateriali. Una possibilità sfruttata in Serie A anche da Inter e Udinese. E il marchio del Napoli ora è iscritto a bilancio per la cifra di 75 milioni di euro. Frutto di una valutazione fatta da un esperto. Prima valeva zero
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