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De Laurentiis punge la Lega, attaccato il sistema arbitrale: la critica del patron

De Laurentiis
In seguito alla sconfitta incassata in Supercoppa, il presidente del Napoli è intervenuto nel post-partita ai microfoni di Mediaset: la critica mossa alla Lega e al sistema arbitrale
Edoardo Riccio
Edoardo Riccio Giornalista 

Nonostante la prestazione positiva, il Napoli esce sconfitto dal confronto con l'Inter in finale di Supercoppa Italiana. Un'ottima gara dei campioni d'Italia in carica, condizionata di sicuro dall'espulsione dubbia di Simeone. Per questo motivo e non solo, il presidente De Laurentiis ha mossa una critica nei confronti della Lega e del sistema arbitrale italiano nel post-partita.

De Laurentiis, la critica mossa contro la Lega e il sistema arbitrale italiano

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Le parole riportate sull'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport: "Debiti De Laurentiis parla con voce pacata. Anche se attacca il sistema calcio: «Bisognerebbe spiegare ai politici che le squadre non sono delle sperperartici, delle ingorde idrovore che macinano denaro. Purtroppo, per una legge sbagliata, fatta dalla Melandri e che nessuno sta ancora cambiando, abbiamo delle realtà che sono indebitate per 900 milioni, un miliardo. Il Napoli ha vinto uno scudetto e ha avuto un utile di 85 milioni, una riserva di 150 milioni a bilancio». Il presidente è anche infastidito, come normale dopo una sconfitta così bruciante. E anche dispiaciuto per un rosso evitabile che adesso aumenterà l’emergenza in attacco. «Se tu sei in emergenza devi anche essere prudente e la prudenza va utilizzata. Uno deve usare anche prudenza: dispiace che la Lega, che fa solo disastri, abbia modificato il discorso di portarsi dietro dal campionato le espulsioni e le diffide. Bisognava metterlo sul tavolo nel prepartita: io posso considerare la Supercoppa qualcosa di meno importante, ma per un allenatore o un giocatore, quando gioca contro una squadra come l’Inter, non gli puoi andare a dire che è una specie di show. Anche perché poi i tifosi si incazzano, e invece sono i primi da rispettare, perché sono i committenti del calcio»".


 

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