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De Laurentiis avrebbe voluto esonerare Ancelotti già a maggio scorso, aveva bloccato Gasperini: il retroscena

Domenico D'Ausilio

Il Corriere dello Sport riporta un retroscena riguardante De Laurentiis e Ancelotti

L'edizione odierna del Corriere dello Sport racconta un retroscena riguardante Aurelio De Laurentiis e Carlo Ancelotti. Il presidente avrebbe voluto esonerare il tecnico già nella scorsa primavera.

De Laurentiis avrebbe voluto esonerare Ancelotti già in primavera

"Le ferite hanno bisogno di tempo per rimarginarsi e l’esonero di Ancelotti è stato doloroso. Ha richiesto quattro o cinque giorni per essere concepito pienamente. Ha rappresentato argomento di riflessione nella riunione di mercoledì a Roma, poi è divenuta una scelta che sabato sera, a Udine e domenica è esplosa. Però già prima, una settimana o giù di lì, era partito il casting del presidente. Le telefonate classiche che si fanno in casi del genere, quando si è tentati da un’idea. Ma una crepa s’era aperta nel maggio scorso, quando De Laurentiis ha cominciato a vacillare nelle sue certezze.".

De Laurentiis aveva pensato a Gasperini

"Ha pensato seriamente, anzi concretamente a Gasperini, ed ha quindi valutato anche la possibilità di sciogliere quel contratto, con pagamento della clausola da 750mila euro, per virare subito. Non gli era piaciuto il finale di campionato, forse l’ultimo semestre, quello successivo alla eliminazione del Napoli dalla Champions. Quel tempo in cui, insomma, nel girone di ritorno il Napoli aveva conquistato trentacinque punti, vincendo dieci partite, nove in meno dell’andata. E poi anche il crollo in Europa League, arrivato contro l’Arsenal (toh, il caso). Aveva rappresentato un segnale di inquietudine".

Il momento di Ancelotti

"Carlo Ancelotti è un monumento del calcio, della sua storia, e tale resta, perché gli incidenti appartengono al percorso di un allenatore, e probabilmente quando il Napoli ha cominciato ad avvitarsi in campionato, quest’anno, sono riemersi in De Laurentiis i cattivi pensieri del recentissimo passato, che hanno accelerato una decisione persino procrastinabile alla sosta che sta per arrivare: due partite ancora, per contro-verificare. E invece, tra le pieghe d’un rapporto umano, riecco tutto ciò che in primavera aveva riempito le sue notti: un tarlo ma anche un tormento, per Ancelotti e per la sua statura umana e professionale. Però era finita e per sei mesi non aveva voluto crederci".