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De Laurentiis furioso abbandona l’Assemblea di Lega: acceso scontro con Lotito

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Ecco cosa è accaduto ieri pomeriggio

Emanuela Castelli

Aurelio De Laurentiis sbotta in Assemblea di Lega Serie A e va via. Insieme a lui, abbandonano il consesso altri sei club

Dall'inizio in ritardo dell'Assemblea, ai contrasti con Lotito: i motivi che hanno spinto De Laurentiis ad abbandonare la riunione

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Ne parla diffusamente oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Chissà forse era passato troppo tempo dall’ultimo vero litigio in via Rosellini. Allora ci ha pensato De Laurentiis, che ieri pomeriggio ha dato letteralmente in escandescenze. A scatenare inizialmente la sua furia è stata l’eccessiva attesa per l’inizio dell’Assemblea. Nonostante fosse stato fissato per le 14.15, alle 15 passate ancora i lavori non erano cominciati. I dirigenti dei vari club, infatti, erano impegnati a parlare tra di loro in vari gruppetti. A quel punto, De Laurentiis è sbottato. «È passata un’ora e ancora l’Assemblea non è iniziata: non è possibile. Qui si perde solo tempo» (...) La rabbia del patron partenopeo si è indirizzata proprio contro il “collega” della Lazio, Lotito: spesso e volentieri alleato, ma stavolta accusato per i suoi modi di fare “politica” dentro via Rosellini, quasi da padre-padrone. Nel mirino è finito pure Casini, colpevole, a detta di De Laurentiis, di seguire troppo lo stesso Lotito. «Ero al telefono con Abodi per parlare di adempimenti fiscali. Per questo ho tardato», ha spiegato poi il presidente della serie A. Dopo che il numero uno del Napoli ha lasciato gli uffici della Lega, altri 5 club, Juventus, Inter, Milan, Roma e Monza, hanno deciso di fare lo stesso. Per ragioni diverse, però: oltre al ritardo, infatti, hanno ritenuto che il clima venutosi a creare non era adatto per un’Assemblea. Di lì a poco è uscita anche la Fiorentina, confermando l'abituale allineamento a De Laurentiis. L'Assemblea è finalmente cominciata, visto che i 12 club rimasti (il Torino non si è nemmeno presentato) erano sufficienti per il numero legale. Il primo punto all’ordine del giorno era l’elezione del consigliere al posto di Giulini, con Lotito che cercava di convogliare i voti su Rebecca Corsi, figlia del presidente dell’Empoli. Una scelta poco gradita dalle grandi che se ne sono andate, ritenendosi non adeguatamente rappresentate in Consiglio. Essendo sufficienti solo 11 preferenze, ieri avrebbe potuto comunque esserci la fumata bianca. Invece, le società hanno poi preferito rinviare la votazione per evitare che sembrasse una sorta di colpo di mano. E anche Lotito ha finito per adeguarsi. Ci si riproverà entro il 5 dicembre. Casini è tornato sul caso D’Onofrio, che nion accenna a placarsi, anzi: «Abbiamo chiesto una commissione d’inchiesta, per essere sicuri che questo sia un episodio isolato e non avesse legami con altri organismi di funzionamento dell’AIA. Vedremo nel prossimo consiglio federale cosa emergerà. Chiunque è preoccupato di fronte a questa vicenda»".

 

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