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UDINE, ITALY - MAY 04: Luciano Spalletti, Head Coach of SSC Napoli, is surrounded by SSC Napoli fans on the pitch after their side wins the Seria A title after the Serie A match between Udinese Calcio and SSC Napoli at Dacia Arena on May 04, 2023 in Udine, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Il Napoli questa sera affronta l'Udinese, partita sulla carta abbordabile ma resa complicatissima dal difficile avvio stagionale degli azzurri e dal clima che si respira all'interno dello spogliatoio e anche fuori.
Ne parla oggi la Gazzetta dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "L’ubriacatura da scudetto è finita con la sconfitta contro la Lazio, ma De Laurentiis sembra vivere nella sua estate incantata. Ora in conferenza stampa c’è Garcia che fa delle tirate, a vocali alternate, in difesa del concetto di pareggio, che a detta di Pelé nella vita non esiste. Eppure, solo quattro mesi fa, il Napoli era una overture di triangolazioni e corridoi smarcanti, prima che arrivasse Garcia con il suo neo-calcio post-arabico votato all’abbattimento del sottilissimo diaframma tra classe e palleggio costruito da Spalletti (...)
Eppure quattro mesi fa c’era un altro clima: baci, abbracci e discussioni sì, ma su dove e come festeggiare lo scudetto. Tutto un erotismo pallonaro con conseguente frenesia di gioco e ricerca del gol, una supremazia del campo assoluta. Invece è svanita, e sembra impossibile: perché si può perdere la fede non dimenticare la liturgia. Ma è tutto cambiato: i compiti in campo, le distanze tra i reparti, la gestione della palla (...)
Se Garcia dice che «quando non si può vincere si deve cercare di non perdere» dove prima, non il secolo scorso, ma quattro mesi fa e con gli stessi calciatori, c’erano divertimento e vittorie, gol e giocate che si tatuavano negli occhi di chi le guardava, esiste un problema. E se i due calciatori che più si divertivano, Kvara e Osimhen, hanno contestato platealmente l’allenatore, perché non si riconoscono più, esiste un grande problema. Ora non si divertono loro, non segnano, e non si diverte chi guarda. Prima, il Napoli non dava mai l’impressione di poter perdere – poi accadeva per fortuna del calcio – o di non divertirsi mentre stupiva. Ora è tutto un dramma e se Lazar Samardžić tira e segna, fa più di danni di Oppenheimer".
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