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Il Napoli sta passando una profonda crisi e il futuro sembra tutt'altro che roseo. Gli azzurri sono già fuori dalla lotta scudetto e ora devono lottare per un posto in Champions League (che a inizio stagione sembrava scontato). Il Corriere dello Sport ha provato a dire la sua.
La crisi è profonda e servirebbe un grande atto di generosità per tenere in piedi una stagione che è ancora da giocare, cinque punti dalla zona Champions, ottavi europei da centrare e Coppa Italia. Serve un grande atto di pacificazione cancellando rivolte, punizioni, rivendicazioni, orgoglio, pregiudizi, vendette e tribunali.
Un summit di pace, un discorso appassionato del presidente ignorando tutto quanto è successo in questo novembre di aspri dissapori, un discorso di siamo tutti responsabili, il presidente abbandonando l’ira funesta che infiniti lutti arrecherebbe al Napoli, i giocatori con una generosa disponibilità a rinfoderare lo scontento e lo spirito ribelle, il tecnico ripensando a una “squadra bellissima” che ha un po’ perduto per strada.
La crisi è nelle mani e nella barba fremente di Aurelio De Laurentiis. Un giorno da presidente e non da padre-padrone forzando il carattere levantino, i furori improvvisi che l’accendono, il gusto dell’io sono io e voi non siete un …. , insomma un gesto nobile che scuota il cuore e l’amor proprio di tutti.
Quello che ci vuole è un De Laurentiis nuovo, sorprendente, magnanimo. Non si esce dalla crisi rivendicando la legittimità delle proprie posizioni. Sarebbe da asini un mulo contro mulo. Senza una soluzione benevola della crisi non è in gioco questa stagione, ma il futuro del Napoli. Ci vuole una scossa di grande ottimismo. Un colpo di teatro? E perché no in questa città teatrale?
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