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(Photo Facebook De Luca)
Sessanta anni in terapia intensiva, meno di cinquanta negli altri reparti, tra i 35 e i 45 nel gruppo di quasi centomila attualmente positivi. Il 40 per cento sono sintomatici e sono seguiti a casa dai medici del territorio. È questa, attualmente, con piccole oscillazioni tra una provincia e l'altra, la media della fascia di età dei malati che occupano le corsie dei Covid center della Campania. Lo riporta l'edizione odierna de Il Mattino.
Circa dieci anni in meno rispetto a quanto si è osservato finora, senza che questo arretramento di anni abbia inciso sui tassi di letalità che, anzi, nelle ultime due settimane sono peggiorati di almeno il 20 per cento rispetto a un andamento che, dall'inizio della pandemia, ha reso la Campania un caso nazionale quanto a basso numero di ospedalizzati e di morti in rapporto alla massa dei positivi al Coronavirus. Un vantaggio che si è assottigliato, forse, per la massiccia circolazione della variante inglese.
Complessivamente in Campania, in una situazione ancora molto difficile, si conferma la tendenza a una riduzione dell'intensità della diffusione del virus: benché si siano registrati altri 2.016 casi, la media quotidiana, rispetto alla settimana precedente è in diminuzione, così come si è ridotto a 93mila circa il numero dei positivi totali (ricoverati e in isolamento domiciliare), con una flessione in dieci giorni di ben settemila unità. L'andamento dei decessi segue un corso diverso e ha registrato ieri una flessione a 34 morti (erano 64 martedì). L'indice RT si è così assestato al di sotto della soglia dell'uno, a 0,95. Martedì sono salite a circa 22 mila le dosi di vaccino somministrate per un totale di 841.562. Completamente vaccinato il 4,3 per cento della popolazione.
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