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Coronavirus, Vespignani: “Occorre pazienza, tempi lunghi per ritorno alla normalità”

November 1, 2012 - Alex Vespignani is the Sternberg Distinguished Professor of Physics, Computer Science and Health Sciences.

Credit: Euroscientist.com

Alessandro Vespignani, fisico informatico, ha fatto delle previsioni sul Coronavirus. Attualmente, infatti, è il direttore del “Laboratory for the modeling of biological and Socio-technical Systems”, alla Northeastern University di...

Armando Inneguale

Alessandro Vespignani, fisico informatico, ha fatto delle previsioni sul Coronavirus. Attualmente, infatti, è il direttore del "Laboratory for the modeling of biological and Socio-technical Systems", alla Northeastern University di Boston. Da circa un decennio è ritenuto uno dei massimi esperti di "epidemiologia computazionale". Ai microfono de Il Corriere della Sera, ha rilasciato un'intervista sulla situazione d'emergenza in Italia. Di seguito, quindi, alcune delle sue dichiarazioni.

LE PAROLE DI VESPIGNANI SULL'EMERGENZA CORONAVIRUS

November 1, 2012 - Alex Vespignani is the Sternberg Distinguished Professor of Physics, Computer Science and Health Sciences.

Credit: Euroscientist.com

I numeri, in Italia, in questi giorni sembrano stare subendo una leggera inflessione. Ma, stando alle parole dell'esperto, occorrono pazienza ed attenzione.

"Non dobbiamo seguire i numeri giorno per giorno, ma almeno su base settimanale. Può darsi che il dato sia ancora alto perché ci sono Regioni che stanno facendo più tamponi. È chiaro che occorre pazienza. In ogni caso la curva dell’Italia è in frenata e sta cominciando la discesa, come si vede dai dati che arrivano dagli ospedali, dove si stanno liberando posti. E questa è la cosa importante".

Secondo le sue previsioni, inoltre, i tempi di ritorno alla normalità saranno molto lunghi. Si parla, infatti, di una situazione che si protrarrà oltre giugno e luglio molto probabilmente.

"Dobbiamo cominciare a dire agli italiani una verità scomoda. Mi rendo conto che è difficile farlo con un Paese praticamente in ginocchio, ma non possiamo illuderci di tornare alla completa normalità a giugno o a luglio. Queste sono le settimane in cui l’Italia deve dotarsi di un’infrastruttura di controllo che neanche immaginava fosse necessaria quattro settimane fa. Qui l’esempio è quello della Corea del Sud. Dovremo essere in grado di mantenere le cautele necessarie di distanza sociale, ma soprattutto di tracciare i casi positivi, eseguire i test per isolare le possibili persone infettate. Occorre essere in grado di fare i tamponi porta a porta".