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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Antonio Corbo, giornalista, ha commentato la sconfitta del Napoli in Coppa Italia ai rigori contro la Cremonese nel suo consueto editoriale per Repubblica e la scelta del massiccio turnover di Spalletti.
Spalletti avrà letto e riletto la classifica, quindi crede che i 40 punti tra il Napoli capolista e la Cremonese ultima possano sostenere un turnover così audace. Non va così. Se oltre a cambiare i nomi sono diversi i connotati tattici dei supplenti. Si spiega il brivido iniziale, il gol della Cremonese dello svizzero Charles Pickel servito dall’insidioso nigeriano Okereke in una difesa sbandata, messa in difficoltà non solo dalla strana coppia di avversari, anche dal suo centrocampo. Per un perfido disguido, la scelta dei mediani è una combinazione micidiale. Crea una voragine al centro. È fatale che i mediani non giochino coesi da vero reparto, non solo per oggettiva desuetudine. Chi va in campo per cogliere l’opportunità di conquistare il posto, fatalmente diventa un solista, fossero anche dei primi violini non sarebbero mai una orchestra, né una band di centrali. Perché Ndombele sostituisce Anguissa, prova a moltiplicarsi, ma tecnica e generosità gli valgono un plauso, non di più. Perché accanto c’è un giovane che sarà sempre una promessa se gli si chiederà ancora di sostituire l’insostituibile Lobotka che afferra la palla con due calamite nei piedi e l’ingegno della immediata distribuzione. Gaetano non copre la difesa, aspetta la palla per ripartire ed uscirà tra i primi. La mancanza di intesa rallenta anche Elmas.
Spalletti in piedi si fa notare per gli appunti che prende. Sul foglietto si può intuire che cosa scriva. I nomi di chi lo delude, pur in un tempo che vede il Napoli pareggiare con Juan Jesus e raddoppiare con Simeone, un tipo che sa come protestare. Rammaricato come chi si sente trascurato in panchina, parla con i gol. Appena può. Il secondo è una geniale deviazione di testa per precisione e tempismo. L’astratto Zerbin, Gaetano e il senza fissa dimora Raspadori sono i primi a uscire, mai cambi più giusti. Entrano Lobotka per restituire una fisionomia tattica, ma faticherà più del previsto. Politano promette sostanza a destra, una delusione invece. Anguissa coinvolge Ndombele in un gioco d’insieme , l’incompreso del Tottenham non chiedeva di meglio. Il Napoli crede che il 2-1 gli basti, porte girevoli per far entrare uno spento Zielinski prima e Kim dopo. L’atmosfera di noia diffusa produce un calo di tensione, sembra tutto già scontato, non all’intramontabile Ballardini. Tira fuori il pupillo di Mourinho, il veloce Felix Afena-Gyan che di testa porta ai supplementari un Napoli che sa solo stupire. Vedi venerdì con la Juve, vedi ieri con l’irrisoria Cremonese. Ininfluente lla signorina Maria Sole, una donna arbitro sembrerà sempre fragile tra giocatori maleducati. La Cremonese esagera. Serata serataccia prevista solo del meteo.
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