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Mario Rui, Messi (Photo by David Ramos/Getty Images)
Antonio Corbo, giornalista, ha analizzato il big match di Europa League Barcellona-Napoli, nel suo consueto editoriale per Repubblica.
"Un brivido attraversa via Toledo. All’angolo delle strade che salgono nei Quartieri fino al murale del Mito sono riapparse le bancarelle con maglie azzurre e la gigantografia di Diego. Sono passati 38 anni dal suo arrivo. Che strane giornate. In questa città nostalgica, fedele nei sentimenti, lucida nel ricordo di campioni e trionfi, il calcio si inventa un omaggio alla memoria di giorni felici. Una recita delle grandi sfide. Questa non lo è, il Barcellona è solo quarto nella Liga spagnola a 15 punti dal Real Madrid di Carletto Ancelotti ed il Napoli esce dal mesto pareggio con l’Inter, da un sorpasso non impossibile ma fallito".
"C’è molta curiosità per tutta la formazione, oltre i dubbi su Osimhen. Non ci sarà neanche Politano e sembra favorito Elmas, incerto nella sfida con l’Inter. Chissà che non abbia spazio Malcuit, in grado di dare equilibrio in fase difensiva e proporre qualcosa di inedito nella sua imprevedibile e sfrontata allegria di testone tutto oro. Comunque vada, c’è tanto da vedere. Il ritorno di Meret può cancellare i dubbi sul portiere che Ancelotti presentava come un gioiello da ammirare e che la panchina rischia di ossidare. Senza dimenticare che potrebbe essere lui il titolare l’anno prossimo. Ospina, il portiere che sa giocare con i piedi. Rischia di essere sacrificato al bilancio. Ma basta malinconia. Partita da vivere, e non certo chiusa. Perché il Barcellona non è quello cinico e irridente della favola Messi. Ha un centrocampo che lascia giocare. Il Napoli ha 5mila buoni motivi per punirlo".
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