Le impressioni della storica firma del giornalismo sportivo napoletano, nel suo consueto editoriale per Repubblica
Dal mercato e dal lavoro sul campo passa il futuro del Napoli. Gettate le basi della rivoluzione, con i preziosi innesti rappresentati dagli ingressi prima di Manna e poi di Conte, è giunto il momento di iniziare a concretizzare un lavoro di programmazione, importante per partire con il piede giusto in vista di una stagione estremamente importante per la società. Sul tema si è soffermato Antonio Corbo, firma di Repubblica.
Corbo: “Ora bisogna trovare la sintesi tra le richieste di Conte e la linea del Napoli”
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"La ricostruzione del Napoli comincia al contrario. Prima della nuova squadra De Laurentiis ha creato l’atmosfera. Precipitato al centro del disastro che egli stesso aveva creato, si è subito rialzato dalle macerie più lucido che mai offrendo alla piazza il nome che aspettava. Conte è apparso come un dogma. La fede di Napoli porta a lui, e solo a lui, senza neanche chiedersi perché sia rimasto libero in Italia e nel grande giro dopo 4 scudetti e una Premier col Chelsea. Era fermo dal 27 marzo 2023. Gli stessi motivi che rendevano perplessi gli altri club, carattere ruvido con i dirigenti e metodi duri con la squadra, lo rendono unico per i tifosi di Napoli. Capace sia di scuotere giocatori sfatti che di arginare le invasioni barbariche del presidente. È la speranza di tornare a vincere ma anche l’inizio di una penitenza per i falliti del dopo scudetto. Sarà davvero così? I tifosi si conoscono, sempre facili ai miti e alle ire. Ha inizio invece un percorso affascinante oggi a Castel Volturno, in attesa del centro sportivo promesso. Placato l’ambiente ancora suggestionato dai racconti sulle asperità del personaggio, De Laurentiis può finalmente ragionare di calcio con Conte e non solo. È di nuovo il centro di gravità del club. Ha ceduto sugli aspetti formali, come la sede invalicabile per procuratori, dirigenti e familiari, ma il Napoli va ripensato nelle strutture. Nel gioco, toccherà a Conte. Nei programmi bisogna però trovare la sintesi tra le richieste del nuovo allenatore, le risorse più che discrete di una società lodevolmente amministrata, i tentativi di fuga di alcuni giocatori offesi e insoddisfatti, l’esigenza di vendere Osimhen e quelli inutilizzabili. Ecco temi e personaggi di una veloce corsa con 7 ostacoli.
1) Il manager. Più che Conte, è Manna ad avere il ruolo più delicato.
Da vice di Giuntoli nella Juve deve dimostrare di superarlo ora nel Napoli. D’intesa con Conte deve mettere sul mercato Osimhen, impossibile non cederlo. Costa 10 milioni l’anno, cifra che crea gelosie se resta e malumori nel giocatore, certo di essere in volo verso le stelle del calcio. Deve cercare un sostituto, ma anche piazzare gli scontenti. Compreso Politano senza ruolo nel 3-5-2. Una fatica immane. Ce la farà? Il presidente gli sarà vicino, Chiavelli ancora di più. Lo stima. L’ha voluto lui.
2) L’uomo nuovo. Oriali può aiutare Manna nel creare un clima all’interno della squadra tentando di fermare Di Lorenzo, Mario Rui e chi chiede di andar via. Non è facile sostituire il capitano, già finito nell’agenda Juve.